Una lettera accusa il meccanico di Patù, a Quarto Grado le ultime novità sull’omicidio di Noemi Durini

Nuovo appuntamento con “Quarto Grado”. La trasmissione condotta da Gianluigi Nuzzi si occuperà degli ultimi aggiornamenti sul caso di Noemi Durini dopo l’iscrizione sul registro degli indagati del meccanico di Patù, accusato dall’assassino reo confesso.

“Quarto Grado” torna ad occuparsi dell’omicidio di Noemi Durini. Il caso della 16enne di Specchia sarà affrontato nella puntata che, come di consueto, andrà in onda venerdì, 26 gennaio, in prima serata su Retequattro. Gianluigi Nuzzi, dallo studio, proverà a fare luce sulle ultime novità dell’inchiesta sull’uccisione della studentessa ritrovata, senza vita, in una campagna di Castrignano del Capo dieci giorni dopo la sua scomparsa. Il suo corpo era nascosto da un cumulo di pietre, a pochi passi da un muretto a secco.

Nelle ultime ore, nel registro degli indagati, è stato scritto il nome di Fausto Nicolì, il meccanico di Patù tirato in ballo da L. che dal carcere di Quartucciu, dove si trova rinchiuso, ha scritto una lettera per “urlare” la propria innocenza. Nella missiva di tre fogli, consegnata nelle mani di un agente di polizia penitenziaria, il ragazzino di Montesardo ha cambiato le carte in tavola, scaricando la responsabilità del delitto sul conoscente. Una versione completamente diversa dal racconto dato agli inquirenti di quella maledetta mattina, quando ha sostenuto di aver ammazzato la fidanzatina perché lo voleva costringere a uccidere i suoi genitori, colpevoli di ostacolare la loro relazione.

“Quella notte (la sera dell’omicidio ndr.) – ha raccontato (qui il link del video) – ci siamo incontrati e mi ha detto: ‘Andiamo a uccidere i tuoi genitori’, mi aveva fatto il lavaggio del cervello, aveva un coltello da cucina in mano. Poi ci siamo fermati con la macchina nella campagna, abbiamo avuto un rapporto sessuale, ma quando siamo usciti lei ha iniziato a prendere il controllo su di me. Diceva di andare ad uccidere i miei genitori, mi colpiva e mi graffiava, così ho perso la testa, l’ho presa da dietro e le ho conficcato il coltello nella nuca. Poi l’ho le ho fracassato la testa con una pietra”. Ora, quella coltellata sarebbe stata inferta da Nicolì.

L’interrogatorio del meccanico, difeso dall’avvocato Luca Puce, è atteso a giorni (sembra sia stato fissato per il 29 gennaio): su quali punti si baserà la sua difesa?



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