Arriva il primo verdetto della vicenda giudiziaria che vede coinvolti il Direttore di una filiale delle Poste e il nipote di una coppia di anziani raggirati.
Il gup Carlo Cazzella, al termine dell’udienza preliminare, ha assolto con formula piena Emanuela Dervischi, 42 anni di origini albanesi. L’imputata compariva nelle vesti di dipendente dell’imprenditore Gianluca De Gennaro, 43 anni, già rinviato a giudizio assieme alla madre Anna Maria Rizzo, 62 anni di Lecce e a Pierluigi Porpora, 61anni, a capo dell’ufficio postale di Santa Rosa in via Archita da Taranto (dovranno affrontare il processo innanzi al giudice monocratico Marcello Rizzo), per l’inizio del processo.
La Dervischi, 42 anni di origini albanesi, rispondeva di falso e furto aggravato e per la Procura, avrebbe “aiutato” De Gennaro e Porpora, a mettere in atto il piano “truffaldino”. Il giudice ha, però, accolto la richiesta di assoluzione invocata dal suo difensore, l’avvocato Marco Castelluzzo. In precedenza, il pm Paola Guglielmi ha invocato la condanna a 10 mesi per il primo reato e l’assoluzione per il secondo.
Le indagini
L’indagine è partita dalla denuncia dei fratelli di un’anziana signora che, lo scorso luglio, si sono presentati dai carabinieri di Cellino San Marco, per riferire dei prelievi sospetti dal conto della donna, deceduta nel novembre dell’anno precedente. Gli accertamenti investigativi sono stati condotti dagli uomini della Polizia Giudiziaria, guidati dal Dirigente Antonio De Carlo.
La somma prelevata dal conto dell’anziana si aggirava attorno ai 20mila euro. Porpora avrebbe aiutato De Gennaro a svuotare i conti dei suoi anziani zii, grazie ad una delega ritenuta sospetta dagli inquirenti, firmata dalla anziana donna mentre si trovava ricoverata presso l’ospedale di San Pietro Vernotico.
Il direttore della filiale postale si sarebbe recato personalmente presso il nosocomio per il rilascio della delega. I due furono arrestati il 21 febbraio scorso. Il Tribunale del Riesame recepì però l’istanza della difesa e venne annullato un primo provvedimento del gip, cosicché entrambi tornarono in libertà. Il giudice Vincenzo Brancato successivamente ha accolto anche una seconda richiesta di arresto del pubblico ministero Giovanni Gagliotta, per un altro episodio “sospetto” ai danni del nonno di De Gennaro e furono così ristretti ai domiciliari.
Secondo l’accusa, in questa occasione, Porpora avrebbe aiutato De Gennaro a svuotare il conto del nonno 97enne, per complessivi 82.600 euro lasciandolo con appena 67 euro. In che modo? Grazie ad un’attestazione di prelievo di denaro con la falsa firma dell’anziano. Dunque, tale sostanziosa cifra veniva prelevata dal libretto postale e poi stornata su quello di De Gennaro. I “movimenti” sarebbero avvenuti nell’arco di tre mesi, a partire dal 6 febbraio 2015.
Il collegio difensivo
Gli imputati sono assititi dagli avvocati Luigi Covella, Giancarlo Dei Lazzaretti, Carlo Sariconi e Alberto Erroi.
