Un centro di recupero acque piovane è finito sotto la lente di ingrandimento degli agenti della Polizia del centro salentino perché custodiva e ricoverava al suo interno sei cani randagi senza averne l'autorizzazione
La Polizia Locale di Sannicola, il Corpo Forestale dello Stato di Gallipoli e le Guardie Zoofile A.E.O.P. di Nardò, facendo seguito ad un esposto scritto, hanno accertato che in una delle strutture comunali adibita alla raccolta delle acque piovane erano detenuti 6 cani.
I cani randagi erano stati ricoverati nella struttura non idonea allo scopo, da una associazione di volontari operante nel territorio comunale che aveva ottenuto tale autorizzazione, sembrerebbe, sia dalla precedente amministrazione del Sindaco Nocera sia dall’attuale amministrazione del Sindaco Piccione.
Nella struttura, adibita alla raccolta delle acque piovane, è autorizzato all’accesso solo ed esclusivamente il personale tecnico addetto a quest’ultima. Non si, però, il motivo per cui fossero stati ricoverati al suo interno questi cani ed autorizzati all’accesso coloro che li accudivano. All’interno della struttura, infatti, esiste una vasca interrata per una profondità di 6 metri, con muri di contenimento laterali privi di protezione anticaduta, dove vengono fatte confluire, tramite un collettore del diametro di 1,40 metri, le acque meteoriche provenienti da tutta la zona alta di Sannicola, con conseguente rischio per l’incolumità di persone ed animali.
Quando gli agenti e gli ufficiali di polizia giudiziaria sono arrivati all’interno della struttura, hanno fatto intervenire immediatamente il servizio veterinario della Asl, competente per territorio, che ha verificato lo stato di salute e di benessere degli animali presenti, escludendo ipotesi di maltrattamento.
La polizia giudiziaria ha contattato l’Autorità Giudiziaria che ha disposto l’immediato ricovero dei cani nei canili convenzionati con il Comune di Sannicola ed ha avviato le indagini.