
Disposte altre due misure interdittive nell’ambito dell’inchiesta su un presunto scambio di favori per ottenere l’annullamento delle multe. Il gip Silvia Saracino, dopo gli interrogatori di garanzia, ha accolto la richiesta dei pm Alessandro Prontera e Massimiliano Carducci, per i due indagati. Nello specifico, il giudice ha applicato la misura interdittiva della sospensione dal servizio per 8 mesi, nei confronti di Carlo Corvino, 48 anni di Lecce, dipendente della Polizia Locale e Piervitale Frassanito, 61 anni di Diso, maresciallo della Polizia provinciale di Lecce.
Il gip afferma, tra le altre cose, nel provvedimento: “i comportamenti posti in essere dagli indagati, manifestano per la loro sistematicità, una intrinseca gravità in ordine alla violazione del rapporto fiduciario con l’ente di appartenenza”.
Va detto che, nelle scorse ore, Carlo Corvino, assistito dall’avvocato Antonio Bolognese, ha fornito la propria versione dei fatti.
Piervitale Frassanito, attraverso il proprio legale, l’avvocato Luigi Corvaglia, aveva depositato una memoria difensiva.
Il gip ha invece rigettato la richiesta di applicazione della misura interdittiva per la 55enne leccese Francesca Vallone, dipendente della Lupiae Servizi. Come afferma il giudice nel provvedimento: “ella non appare collegata al consolidato sistema di perpetrazione di illeciti e favoritismi posto in essere dai restanti indagati”.
Nel corso dell’interrogatorio di garanzia la Vallone, assistita dagli avvocati Roberto Rella e Giuseppe Fornari, ha risposto alle domande del gip ed ha fornito la propria versione dei fatti, negando gli addebiti e spiegando il meccanismo di autorizzazione dei pass.
Sempre nella mattinata di venerdì, davanti al gip Saracino, sono comparse le due vigilesse per le quali era stata disposta la misura interdittiva della sospensione dal servizio per 12 mesi. Si tratta di Luisa Fracasso, 49 anni e Loredana Valletta, 57enne, entrambe di Lecce. Le due indagate, assistite rispettivamente dagli avvocati Giuseppe Corleto ed Amilcare Tana, si sono avvalse della facoltà di non rispondere.
Ricordiamo che nella mattinata di mercoledì, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Lecce, hanno eseguito un provvedimento di interdizione dai pubblici uffici, nei confronti di due vigilesse.
L’indagine ha avuto ad oggetto una serie di condotte, principalmente, a carico di tre dipendenti della Polizia Locale del capoluogo (di cui due destinatari della misura), di un dipendente di una società municipalizzata di Lecce e di uno della Polizia Provinciale che, secondo la ricostruzione investigativa del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di “Piazzetta dei Peruzzi”, comandato dal Tenente Colonnello Giulio Leo, avrebbero commesso una serie di episodi finalizzati ad annullare e/o archiviare verbali per violazioni al Codice della Strada (oltre 500 i casi analizzati) elevati a a molte persone, legati da rapporti di amicizia e/o di interesse.
L’inchiesta ha preso il via nel 2019.
Sono 46 in tutto gli indagati, tra cui anche l’attuale consigliere comunale di minoranza Antonio Finamore, di 63 anni, capogruppo di Andare Oltre-PrimaLecce. All’epoca dei fatti, era consigliere comunale di maggioranza, nella prima giunta di Carlo Salvemini. Indagato, sempre a piede libero, anche Luca Pasqualini, 48 anni di Lecce, ex assessore comunale alla Mobilità della giunta guidata da Paolo Perrone.
Gli indagati rispondono a vario titolo dei reati di associazione per delinquere, corruzione, accesso abusivo alle banche dati, falso e soppressione di atti pubblici.
In base all’ipotesi accusatoria, Pasqualini sarebbe il promotore e l’organizzatore del gruppo criminale, di cui Finamore è ritenuto l’organizzatore insieme alla convivente Luisa Fracasso e alla Valletta. Invece, Corvino è ritenuto partecipe dell’associazione insieme a Frassanito.
Tra gli altri indagati compaiono i soggetti che avrebbero ottenuto in maniera fraudolenta l’annullamento dei verbali.
Le indagini, svolte nei confronti di 46 persone, anche tramite l’ausilio di intercettazioni telefoniche e ambientali, sembrerebbero aver fatto emergere, nelle condotte corruttive, non solo l’ottenimento di utilità di vario genere (ticket per pubblici spettacoli, biglietti per le giostre, addobbi per matrimoni e servizi di trasloco), ma anche il rafforzamento del consenso elettorale in capo ad alcuni politici locali.