Scommesse sportive illegali: condannato a 4 mesi il titolare di un internet point

Angelo De Benedictis è stato condannato a 4 mesi di reclusione (pena sospesa) considerando le attenuanti. L’accusa era di avere svolto abusivamente ‘attività organizzata diretta all’accettazione ed alla raccolta per via telematica di scommesse su eventi sportivi calcistici’.

Un ennesimo caso giudiziario legato ad una presunta organizzazione dedita alle scommesse illegali che si è concluso con la sentenza di colpevolezza del titolare di un internet point di San Donato. Il giudice monocratico Michele Guarini ha condannato a 4 mesi  di reclusione (pena sospesa), considerando le attenuanti generiche, il 34enne Angelo De Benedictis, originario di Trapani, ma domiciliato a Copertino, con l'accusa di avere svolto abusivamente su territorio nazionale "attività organizzata diretta all'accettazione ed alla raccolta per via telematica di scommesse su eventi sportivi calcistici".
 
Il giudice ha inoltre disposto la confisca del centro, già sotto sequestro, ed il pagamento delle spese processuali, oltre ad un risarcimento da stabilire in sede civile, nei confronti delle parti civili.
 
Le illecite "puntate" sarebbero state accettate dalla società estera CenturionBet, mediante connessione al sito www.bet1128.com, vietato dalla normativa italiana senza l'apposita licenza. Inoltre, secondo l'accusa, l'imputato non avrebbe avuto l'autorizzazione del CONI e del Ministero dell'Economia e delle Finanze all'uso dei mezzi informatici per la raccolta delle scommesse ed alla trasmissione telematica delle stesse, alla società incaricata di accettarle.
 
Nell'ambito della discussione del 16 aprile scorso, il Pm Vicenzo Lamanna (l'inchiesta era coordinata dal procuratore aggiunto Antonio De Donno) aveva chiesto la condanna a 8 mesi di Benedictis. Il difensore del 34enne, avvocato Ester Nemola aveva evidenziato, già a partire dalla scorsa udienza, come non fosse possibile identificare il reato contestato, con quello di organizzazione dedita alla acquisizione di scommesse clandestine. Al fine di rinforzare la propria tesi difensiva, l'avvocato Nemola ha citato una precedente sentenza di assoluzione depositata presso il Tribunale di Lecce, a firma del giudice Maria Pia Verderosa, relativo ad un caso analogo, in cui pur partendo da un quadro accusatorio che si basava su prove ben più schiaccianti, fu pronunciata l'assoluzione. Inoltre, in ambito di indagini preliminari, secondo la difesa, i testimoni ascoltati non si sarebbero potuti ritenere attendibili. Infine la consulenza informatica del dr. Silverio Greco, pur avendo trovato tracce di giocate, non avrebbe, secondo il difensore, dimostrato l'esistenza del motore di ricerca "incriminato".
 
Già nella scorsa udienza, era intervenuto l'avvocato della parte civile, costituita dall'Agenzia Ippica "Luciano Giove" e dalla Sascom srl entrambe concessionarie di Stato, con sedi nel territorio di Brindisi e Taranto. Il difensore Anna Ancona, in sostituzione dell'avvocato Stefano Palmisano, ha sottolineato come ci fosse la prova dell'accettazione delle scommesse, poiché un testimone, da ritenere assolutamente attendibile, avrebbe indicato la presenza nel centro, di palinsesti e computer atti a raccogliere puntate illegali e ad effettuare scommesse illecite.



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