Scontri dopo Lecce-Carpi: la sentenza diventa definitiva e per un tifoso 45enne si aprono le porte del Carcere

Una volta concluse le formalità di rito, un 45enne di Matino è stato accompagnato presso la casa circondariale di Lecce. Dovrà scontare due anni e quattro mesi di reclusione per gli scontri al termine di Lecce-Carpi del 16 giugno 2013.

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Era il 16 giugno 2013, quando il triplice fischio finale che ha regalato al Carpi il passaporto per la B fece esplodere la rabbia dei tifosi giallorossi che, in quella promozione, ci avevano creduto. Dentro e fuori dallo stadio si scatenò l’inferno: fumogeni, pietre contro gli spogliatoi dove i giocatori erano riusciti a “rifugiarsi” e ancora scontri con le forze dell’ordine fuori dal Via Del Mare.

Ai responsabili di quei disordini che ‘disonorarono’ la piazza fu presentato presto il conto grazie ad una indagine-lampo che aveva permesso di dare un nome e un cognome a quei volti immortalati dalle immagini e dalle testimonianze dei presenti.

Quasi cinque anni dopo da quel fatto, per Antonio Carmine Angelè 45enne di Matino si sono aperte le porte del Carcere.

Sono stati i carabinieri della locale stazione a bussare alla porta della sua abitazione stringendo tra le mani l’ordine di carcerazione emesso dall’ufficio esecuzioni penali della Corte di Appello di Lecce. Il provvedimento scaturisce dalla dichiarazione di inammissibilità del ricorso in Cassazione con cui diventa definitiva la sentenza del Tribunale di Lecce.

L’uomo, accusato di danneggiamento e lancio di materiale pericoloso nonché scavalcamento ed invasione di campo in occasione di manifestazione sportiva, dovrà scontare due anni e quattro mesi di reclusione. I fatti, come detto, sono stati commessi al termine di Lecce-Carpi del 16 giugno 2013.

Una volta concluse le formalità di rito, Angelè è stato accompagnato presso la casa circondariale di Lecce.



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