Scontri prima del corteo di Casa Pound: notificato l’avviso di conclusione delle indagini ai dodici indagati

Il Procuratore Aggiunto Antonio De Donno ha disposto la notifica e adesso che l’inchiesta è ufficialmente chiusa, si attende la revoca dell’obbligo di dimora per i dodici indagati. Si tratta dei manifestanti delle opposte fazioni politiche di Casapound e ‘Binario 68’.

Sono ufficialmente chiuse le indagini, relative agli scontri tra manifestanti delle opposte fazioni politiche di Casapound e "Binario 68 occupato" e i dodici indagati sono stati raggiunti nelle scorse ore, dalla notifica dell'avviso di conclusione delle stesse, disposto dal Procuratore Aggiunto Antonio De Donno.
 
Nelle prossime ore si attende la revoca dell'obbligo di dimora per gli indagati, tra cui compaiono quattro salentini: Carla Leo, 27enne di Monteroni, Matteo Maria Pascariello, 24enne di Lecce (il giovane, figlio dell’ex consigliere comunale leccese dei Verdi, Mauro Pascariello, fu pestato la sera del 2 gennaio 2012 da quattro estremisti di destra per le strade di Lecce); Paolo Resta, 37enne di Lecce ed Alessandra Rizzo, 37enne di Trepuzzi residente a Milano, appartenenti al gruppo "Binario 68 occupato" (il nome dello stabile in cui si radunavano gli"antifascisti") ed altre 8 persone provenienti da città del centro-nord ,Luigi Bassanti, 34enne di Lucca; Andrea Buonamici, 23enne di Monzumanno Terme (prov. di Pistoia); Marco Clemente, 37enne di Milano; Guido Giuseppe Giraldi, 25enne di Sesto Fiorentino (prov. Di Firenze); Attilio Granato, 39enne di Roma; Pierpaolo Mora, 30enne di Parma; Marco Racca, 32enne di Torino; Eugenio Palazzini, 31enne di Monte San Savino (prov. Di Arezzo).

Nel febbraio scorso, i quattro salentini, su disposizione del Gip Annalisa de Benedictis e gli altri 8 indagati (trattasi soprattutto di coordinatori regionali del movimento di estrema destra), erano stati raggiunti dall'"obbligo di dimora" nei loro comuni di residenza, con l’accusa di "rissa aggravata". L'operazione ha dunque visto l'intervento coordinato, di uomini delle Digos di Arezzo, Bologna, Lucca, Milano, Parma, Pistoia, Roma e Torino ed è stata illustrata, nei mesi scorsi, nel corso della conferenza stampa tenuta dal Procuratore Capo della Repubblica di Lecce, Cataldo Motta. Agli inizi di marzo, invece, gli avvocati degli indagati chiesero in sede di Riesame, la revoca del provvedimento, ma il collegio presieduto da Stefano Marzo, giudici a latere Anna Paola Capano ed Antonio Gatto ha deciso di rigettare la richiesta degli avvocati.

La rissa avvenuta durante la notte tra giovedì 4 e venerdì 5 settembre 2014, nei pressi di Piazza Sant’Oronzo, prima della Festa nazionale di Casa Pound- dal 5 al 7 settembre dello scorso anno, alla presenza di circa 400 militanti, provenienti da tutta Italia- che coinvolse i  gruppi antagonisti del movimento di estrema destra e di Binario 68 occupato.I militanti di quest'ultimo gruppo,  nell'ambito di una serie di contro-manifestazioni, si erano resi protagonisti di vari danneggiamenti e dell’occupazione per un lungo lasso di tempo, della stazione ferroviaria di Lecce ed infine della violenta colluttazione con gli appartenenti a Casapound. I partecipanti alla rissa, almeno una quarantina,si scontrarono per le strade di Lecce (la colluttazione avvenne intorno alle 2 di notte, in via degli Acaya, alle spalle di piazza Sant'Oronzo)a colpi di bottiglie, cinghie, calci e pugni, lasciandosi alle spalle devastazione e sangue. Le telefonate di alcuni privati cittadini, allarmati dai rumori e dalle urla, allertarono le forze dell'ordine; le telecamere cittadine,documentarono nei giorni successivi la violenza. Proprio dall’analisi dei filmati, gli agenti di polizia sono riusciti a risalire ai dodici responsabili degli scontri.



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