Sarà una consulenza tecnica a chiarire se il terribile scontro avvenuto martedì scorso tra due treni delle Ferrovie Sud Est sul binario unico Lecce-Zollino, in territorio di San Donato, sia dovuto ad un guasto tecnico o ad un errore umano. Sono, dunque, iniziati a spron battuto, gli accertamenti disposti dalla Procura. Il pm Giovanni Gagliotta, che coordina le indagini assieme al procuratore capo Leonardo Leone De Castris, ha già conferito l'incarico all'ingegnere Antonio Vernaleone. Non vogliono perdere tempo gli inquirenti e intendono avere, al più presto, le prime risposte sulla dinamica dell'incidente che ha provocato almeno quindici feriti, tra gli ottanta passeggeri a bordo.
L'inchiesta ipotizza i reati di disastro ferroviario colposo e lesioni colpose a carico d'ignoti. Al momento, non vi è alcuna iscrizione nel registro degli indagati. Si attendono i primi riscontri agli accertamenti richiesti. Gli agenti della Polfer hanno posto sotto sequestro le littorine coinvolte nell'impatto e acquisito le scatole nere, nonché la documentazione del sistema di controllo elettronico della circolazione ferroviaria.
Mancava qualche minuto alle 17.30, quando due convogli si sono urtati all’uscita della stazione di Galugnano. Un impatto fortunatamente non violento (la velocità del treno in corsa, al momento accertata, sarebbe di 25 kmh), ma che ha causato un numero considerevole di feriti e tanta paura tra i passeggeri. Poteva andare peggio se, memore della dramma consumato sulla Andria-Corato in cui persero la vita più di venti persone, l’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria non avesse imposto il limite di 50 chilometri orari sulle linee obsolete, che non dispongono del sistema automatizzato Scmt, cioè quello ‘stratagemma tecnologico’ che blocca i treni che si ritrovano, per errore, sullo stesso binario.
Secondo la ricostruzione di Ferrovie Sud Est, l’incidente è stato provocato da un «errore umano». Il treno partito dalla stazione di Galugnano in direzione Lecce “non avrebbe rispettato il semaforo rosso”, sbattendo contro il mezzo che attendeva di poter entrare.
Sotto i riflettori della Procura, però, è finito anche il funzionamento dell'impianto frenante. Il capotreno della littorina che viaggiava in direzione del capoluogo, ascoltato in sede di Sit (sommarie informazioni testimoniali) ha riferito che il treno era fermo per il semaforo rosso alla stazione di Galugnano. All'improvviso sarebbe partito "da solo", forse per un guasto ai freni e a causa della leggera pendenza del tratto ferroviario. Dopo circa 800 metri si sarebbe scontrato con l'altro treno, fermo al segnale di ingresso in stazione.
Dunque, sulla scorta di queste prime versioni dei fatti, la Procura intende stabilire cosa sia successo con esattezza in quei terribili frangenti. Si sarebbe verificato un errore umano nell'utilizzo dell'impianto frenante (come quando si lascia andare il freno a mano di una macchina), per cui il treno nonostante il semaforo rosso avrebbe ripreso la propria corsa, favorito dalla pendenza del tratto ferroviario? Oppure la littorina, a causa di un malfunzionamento, sarebbe ripartita nonostante il tentativo del capotreno di arrestare la corsa e addirittura di azionare il freno a mano?
Si attendono le prime risposte al drammatico incidente che ha scosso il territorio salentino.
