Sparò 18 colpi di mitra contro l’ex fidanzata, nel centro di Gallipoli. 21enne a processo per tentato omicidio

Per Ibrahim Rudi, di origini albanesi, c’è la richiesta di abbreviato avanzata dalla difesa. I due presunti complici sono indagati a piede libero

C’è la richiesta di rito abbreviato, per Ibrahim Rudi, il 21enne di origini albanesi arrestato nell’agosto scorso, al termine di un grave episodio che scosse l’intera cittadina gallipolina, con le accuse di tentato omicidio plurimo aggravato e detenzione e porto illegale di armi da guerra.

Il giovane è stato raggiunto nelle scorse ore da un decreto di giudizio immediato a firma del gip Marcello Rizzo. Il processo con rito ordinario è stato fissato per il 2 febbraio davanti ai giudici in composizione collegiale. In seguito, gli avvocati Simone Viva e Giuseppe Bonsegna, legali dell’imputato, hanno fatto richiesta di giudizio abbreviato. Nei prossimi giorni, il gup Simona Panzera fisserà la data dell’udienza.

Due amici di Ibrahim Rudi sono indagati a piede libero per concorso in tentato omicidio e le loro posizioni sono state stralciate. E.C. ed S.L. (queste le loro iniziali) sono assistiti dagli avvocati Simone Viva e Giuseppe De Luca.

E.C. avrebbe accompagnato Rudi sul luogo della sparatoria e avrebbe poi contattato telefonicamente S.L. per assicurare la loro fuga a bordo di un auto parcheggiata nelle vicinanze.

Quest’ultimo avrebbe anche consentito ai due amici di rifugiarsi in un immobile a Novoli. Anche S.L. avrebbe agito animato da un movente di gelosia per la fine della relazione con una giovane presente al momento della sparatoria, messa in atto da Rudi.

L’inchiesta

Rudi venne raggiunto da un decreto di fermo a firma del pubblico ministero Maria Consolata Moschettini. Secondo la Procura, l’intenzione del 21enne era quella di uccidere la ex compagna che lo aveva lasciato da qualche giorno, la sorella e i suoi amici, accecato dalla gelosia e dalla rabbia per la fine della relazione. In particolare: “Con una pluralità di azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso – si legge – compiva atti diretti in modo non equivoco a cagionare la morte della ex, della sorella e degli altri amici esplodendo 18 colpi di arma da fuoco, non riuscendo nell’intento per ragioni indipendenti dalla sua volontà”. Da qui l’aggravante di aver agito con premeditazione e contro una persona che era legata a lui da una relazione sentimentale, anche se da poco finita.

Ibrahim Rudi, nel corso dell’udienza di convalida del fermo, tenutasi ad agosto presso il carcere di Borgo San Nicola, davanti al gip Marcello Rizzo, ha affermato che non voleva uccidere nessuno. Quando ha premuto il grilletto di una pistola mitragliatrice calibro 7.65 contro la sua ex fidanzata, la sorella e altri amici non lo ha fatto con l’intenzione di ferire qualcuno. Voleva solo “spaventare” il gruppo che è riuscito a trovare un riparo mentre sparava 18 colpi, ad altezza uomo, in via Kennedy, nel centro storico di Gallipoli. Un gesto dimostrativo e solo quello, secondo il giovane che ha “giustificato” la raffica di colpi con la sua scarsa dimestichezza dell’arma che impugnava quella mattina.

Al termine dell’udienza, il gip Rizzo ha convalidato il fermo e confermato il carcere. Secondo il giudice, la versione fornita da Rudi è smentita dal fatto che ha utilizzato una pistola mitragliatrice e ha esploso una ventina di colpi, in più raffiche, ad altezza uomo. “Se avesse voluto solo spaventare – si legge nel’ordinanza – avrebbe potuto limitarsi a brandire l’arma o al più sparare in aria”.

Non solo, poiché la sorella della ex fidanzata di Rudi ha dichiarato davanti ai carabinieri: “In una frazione di secondo ha cominciato a sparare a raffica verso tutti noi. I colpi erano tanti ed erano diretti nei confronti di tutto il gruppo ad altezza uomo”.



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