Una lunga serie di atti persecutori ai danni di una docente universitaria. È quanto ipotizza la Procura che ha chiesto il rinvio a giudizio di Gilda Brescia, una 28enne di Brindisi. Il pubblico ministero Stefania Mininni ha, dunque, esercitato l'azione penale nei confronti della studentessa. L'imputata risponde delle accuse di stalking e diffamazione. A breve, il gup notificherà alle parti la data dell'udienza preliminare. In quell'occasione, il giudice deciderà se prosciogliere la studentessa o mandarla a processo.
La parte offesa è una professoressa di Pedagogia dell'Università del Salento. Secondo l'accusa, la Brescia si sarebbe appostata più volte presso il suo studio o l'avrebbe pedinata. Inoltre, attraverso l'invio di svariate mail ad organi universitari, l'avrebbe accusata di tenere comportamenti illegittimi. Non solo, durante il Consiglio del Corso di Studio a cui era iscritta, Gilda Brescia, nel luglio del 2014, avrebbe accusato la docente di aver fatto un uso illegittimo dei fondi "Contributi degli studenti". Gli episodi "incriminati" si sarebbero protratti fino ad agosto del 2015.
La torbida vicenda non sarebbe terminata qui. Gilda Brescia avrebbe ben presto preso di mira anche le assistenti universitarie della docente. L'indagata, nel maggio dello scorso anno, si sarebbe risentita a causa di alcuni incarichi a loro assegnati scagliandosi contro le assistenti e accusandole di avere ingiustamente usufruito di favoritismi per fare carriera. Difatti, la studentessa 28enne risponde del reato di diffamazione verso le due ricercatrici. Avrebbe accusato un'assistente della docente, attraverso delle "note" inviate ad alti organi universitari, di aver vinto un concorso senza averne i requisiti. L'imputata avrebbe "puntato il dito" contro l'altra ricercatrice per avere ottenuto irregolarmente due incarichi universitari. Anche in questo caso inviando delle "note" per segnalare l'accaduto. Esasperate dal comportamento sopra le righe della donna, la docente universitaria e le due ricercatrici presentarono cinque denunce presso i Carabinieri.
L'imputata è assistita dall'avvocato Cristian Quarta. La parte offesa è, invece, difesa dall'avvocato Ivana Quarta.
Ricordiamo che Gilda Brescia è stata rappresentante studentesca per due mandati in area pedagogica. Attraverso istanze protocollate e richieste ufficiali ha più volte sollecitato gli organi competenti dell’UniSalento a verificare le procedure con le quali si deliberavano i fondi studenti che, a detta delle allora rappresentanti, non venivano approvate nel pieno rispetto dei regolamenti. A capo della commissione vi era la docente che ha sporto denuncia nei confronti della studentessa.
Gilda Brescia che in passato si era “difesa” dalle accuse sulle colonne di Leccenews, precisa: “Ho segnalato alcune situazioni che, a mio avviso, meritavano l’attenzione degli organi competenti: nulla che andasse al di là del ruolo di rappresentante. Per formazione professionale mi chiedo se questo modo di operare sia davvero pedagogico. Lo studio della pedagogia insegna che il livello teorico di quanto ci viene trasmesso debba trovare corrispondenza in atti pratici, e viceversa. Ma ciò non è quanto accaduto. Cosa sarebbe successo se, al mio posto, ci fosse stata una ragazza più fragile? Più in generale, i possibili risvolti di queste situazioni sono tristi epiloghi riportati in cronaca quotidiana: quella nera. Ad ogni modo rimane da chiederci se è legittimo un comportamento di questo tipo perpetrato da parte di chi promuove i valori dell’educazione nei contesti accademici. Trattandosi anche in questo caso, a mio avviso, di una anomalia deontologica, – conclude Brescia – seguirà segnalazione alle società italiane di pedagogia: SIPED, SIREM, SIPES”.
