Strage della Grottella. Fornì un alibi al killer, condannato ed arrestato per falsa testimonianza

Vito Cacciatore, 58enne di Ruffano, è¨ stato arrestato nella mattinata di oggi. L’uomo avrebbe fornito a Pasquale Tanisi, l’alibi per scagionarlo dalle accuse, ma è¨ stato riconosciuto colpevole di falsa testimonianza nell’ambito del processo per il triplice omicidio dei Vigilantes

Per Vito Cacciatore, 58enne di Ruffano, volto noto alle cronache locali si sono aperte le porte di Borgo San Nicola, a Lecce dove è stato accompagnato questa mattina dai Carabinieri della Stazione di Ruffano, in esecuzione dell’ordine di revoca del decreto di sospensione della carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica di Lecce.
 
L’uomo è stato riconosciuto colpevole di falsa testimonianza, nell’ambito del processo contro l’imputato Pasquale Tanisi che, in concorso con altri, era stato accusato di triplice omicidio e rapina a mano armata. I fatti risalgono al 6 dicembre 1999 quando l’assalto al portavalori della “Velialpol” che trasportava 3 miliardi delle vecchie lire, sulla strada provinciale che congiunge Copertino a San Donato di Lecce, in cui morirono sotto le raffiche di kalashnikov tre guardie giurate Luigi Pulli, Rodolfo Patera,  e Raffaele Arnesano, e altri tre rimasero feriti passò alla cronaca locale e nazionale come «Strage della Grottella». Il denaro, che sarebbe servito per il pagamento delle pensioni, doveva essere consegnato agli uffici postali del basso Salento.

Quello di Cacciatore, come detto, non è un nome nuovo: l’uomo è conosciuto per aver fornito al  suo compaesano Tanisi l’alibi per tentare di scagionarlo dalle accuse, testimoniando durante il processo, circostanze risultate non vere e rendendo dichiarazioni mendaci in merito ai fatti che si sono verificati nel 1999.