Il 25 marzo scorso, all’ora di cena, un’anziana 89enne si è ritrovata in casa, dove vive con la figlia di 54 anni, due malviventi che con il volto coperto da un passamontagna e armati di coltello, hanno immobilizzato prima e malmenato poi le due donne. Poco più di un mese dopo, a finire ai domiciliari per quell’episodio sono stati in quattro. Si tratta di Luigi Rizzello, Simone Rubesa, Lucio e Leonardo Sammati, tutti poco più che ventenni e volti già noti alle forze dell’ordine per alcuni precedenti di polizia. Ognuno secondo la ricostruzione fatta dai Carabinieri della Stazione di Specchia insieme ai colleghi della compagnia di Tricase, avrebbe avuto un ruolo ben preciso in quel tentativo di rapina finito fortunatamente con l’individuazione dei responsabili. Il cerchio intorno ai 4 giovani si è chiuso grazie soprattutto alla descrizione minuziosa fornita dalla vittima.
L’arzilla vecchietta, infatti, nonostante la veneranda età e le modalità ‘poco carine’ con cui i due sono piombati all’interno della sua abitazione è riuscita a mantenere il sangue freddo ed a memorizzare ogni particolare che potesse essere utile ai carabinieri allertati dalla figlia che, quella sera, era riuscita a divincolarsi, a scappare in giardino e chiedere aiuto. Senza ‘piagnucolare’ la donna ha descritto ai militari gli indumenti indossati dal rapinatore. Ma non è stato solo il giubbotto verde e la felpa bianca di uno dei ragazzi entrati in casa ad essere determinanti nelle indagini.
Fondamentali sono state anche le tracce lasciate dai malviventi ed in particolare un paio di occhiali da sole zebrati ‘persi’ durante la fuga a piedi e ritrovati dai carabinieri che si erano subito messi sulle tracce dei malfattori. «Singolare fare una rapina con gli occhiali zebrati (da qui il nome dell’operazione “Zebra”) – ha detto in conferenza stampa il Procuratore Capo della Repubblica Cataldo Motta – è stato commesso un errore grossolano, essendo facilmente riconoscibili. Insomma, non passano inosservati».
Importantissima, inoltre, è stata la confessione di Leonardo Sammati, il cosiddetto “palo” della gang, colui che avrebbe aspettato in macchina Simone Rubesa e Luigi Rizzello che invece hanno materialmente compiuto il tentativo di rapina. Lucio Sammati, invece, cugino di Leonardo, avrebbe ‘solo’ per così dire procurato passamontagna ed indumenti. È stato anche grazie alle sue dichiarazioni che si è arrivati all’individuazione dei quattro responsabili.
Rizzello inoltre, avrebbe funto anche da basista. Venti giorni prima della tentata rapina, infatti, aveva svolto lavori di termoidraulica nell’abitazione dell’anziana donna. Un modo per studiare le abitudini della vittima e sondare il terreno.
«Non è un maxi processo – ha precisato Motta – ma è uno di quegli episodi che creano allarme, quei casi in cui i giovani non hanno nessuna remora a malmenare e maltrattare gli anziati».
I quattro tutti originari di Miggiano, come detto, sono finiti ai domiciliari. Ora dovranno rispondere di tentata rapina aggravata e porto strumentale di coltello.
Tentano rapina, in 4 incastrati da un paio di occhiali da sole zebrati e da un’attenta vecchietta
I fatti risalgono al 25 marzo scorso. Un mese dopo quattro ragazzi di Miggiano, tutti già noti alle forze dell’ordine sono finiti ai domiciliari. Sono ritenuti responsabili dai Carabinieri della tentata rapina ai danni di un’arzilla 89enne e della figlia 54enne.