Il boss Tommaso Montedoro diventa collaboratore di giustizia. A breve il via al processo Diarchia

La decisione apre nuovi importanti scenari, poiché il 42enne di Casarano, attualmente detenuto presso il carcere di Voghera, è considerato un pezzo da novanta della criminalità organizzata.

Il boss della Scu, Tommaso Montedoro è ufficialmente un “collaboratore di giustizia”. Il 41enne di Casarano, ha compiuto il grande passo nella giornata di oggi, depositando la nomina dell’avvocato Sergio Luceri. La decisone apre nuovi importanti scenari, poiché è considerato un pezzo da novanta della criminalità organizzata.  Nelle scorse settimane, ad ogni modo, egli è stato già ascoltato dagli inquirenti. Montedoro, in precedenza detenuto presso il carcere di Voghera, si trova adesso in una località protetta.

Occorre ricordare che il 25 settembre prossimo, dovrà presentarsi dinanzi al gip Cinzia Vergine per il processo relativo all’inchiesta Diarchia, che portò ad una serie di arresti e permise di sgominare una presunta associazione mafiosa. Montedoro, considerato il capo di quest’ultima, ha scelto di essere giudicato con l’abbreviato secco e in quella sede potrebbe dare vita alle prime rivelazioni. Sul banco degli imputati compaiono anche altri 13 imputati. Rispondono di “associazione mafiosa”, “tentato omicidio aggravato”, “Associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti”, “Detenzione di Armi”, “Ricettazione” e “Furto Aggravato”.

Secondo gli inquirenti, Montedoro controllava Casarano e i comuni limitrofi avvalendosi della personalità di Autunno e Corrado, due storici ‘sodali’ del capoclan e di Luca Del Genio, un soggetto emergente nel panorama criminale locale. Il core business del gruppo era il traffico di sostanze stupefacenti. Il gruppo non ‘disdegnava’ le banche, prendendo di mira gli sportelli che ‘svuotavano’ con la classica tecnica della spaccata.

Il processo

Nei mesi scorsi, il gip Alcide Maritati ha emesso il decreto di giudizio immediato (senza udienza preliminare), accogliendo così la richiesta dei pubblici ministeri Guglielmo Cataldi e Massimiliano Carducci.

In particolare, il processo dovrà far luce sui rapporti tra Tommaso Montedoro ed Augustino Potenza. I due erano considerati inizialmente soci in affari nel controllo delle piazze dello spaccio. Poi, infatti, secondo gli inquirenti si è verificata la rottura, tra i due, cosicché, nelle carte dell’inchiesta comparve il nome di Tommaso Montedoro, come possibile mandante dell’omicidio dell’ex socio in affari.

Augustino Potenza fu ammazzato il 26 ottobre del 2016, a colpi di Kalashnikov nel parcheggio del supermercato di Casarano, ma le indagini non hanno fatto pienamente luce, sugli esecutori materiali e la “mente” del piano criminale.

Il tentato omicidio di Luigi Spennato

Spennato, fu vittima di un agguato, il 28 novembre 2016. Un commando formato da 2/3 persone ha preso di mira l’uomo che ‘miracolosamente’ riuscì a salvarsi. Alcuni testimoni, però, avevano raccontato di aver notato i cugini Del Genio sulla scena del crimine. E su entrambi, in effetti, sono state rinvenute particelle provenienti dall’esplosione di quelle specifiche cartucce. Le stesse tracce erano state ritrovate anche sull’auto.

A questa prima ricostruzione, si sono aggiunti altri indizi che dimostrerebbero come dietro l’agguato ci fosse la regia di Montedoro. Una conversazione con Luca, in particolare, lo incastra: l’uomo si raccomanda di ‘non commettere gli stessi errori del passato’ nel momento in cui avrebbero eliminato Ivan Caraccio, ritenuto inaffidabile per la sua propensione a parlare troppo. Caraccio, reo di non aver rispettato la regola fondamentale del silenzio, doveva ‘sparire’. E probabilmente sarebbe stato un caso di lupara bianca se non fossero intervenuti i Carabinieri che lo hanno arrestato per salvargli la vita.