Vessazioni agli ospiti e alla dipendente di una comunità psichiatrica? In tre a processo

Le indagini condotte dai militari della Guardia di Finanza, presero il via dalle denunce delle persone offese, presentate nei primi mesi del 2016.

Erano accusati di una serie di vessazioni nei confronti degli ospiti e della dipendente di una clinica e tre imputati sono finiti sotto processo.

Il gup Michele Toriello, al termine dell’udienza preliminare, ha rinviato a giudizio: Martino Dario Federico, 70enne di Lecce, direttore della Comunità riabilitativa psichiatrica “Le vele casa per la vita comunità San Giuseppe s.r.l.”; Rosaria Villani, 60 anni di Lecce, amministratrice di fatto e Roberto Scigliuzzo, 30enne di Gallipoli. Dovranno presentarsi il 7 luglio prossimo dinanzi ai giudici della prima sezione collegiale, per l’inizio del processo.

Federico e Villani rispondono dei reati continuati ed aggravati di stalking, maltrattamenti, estorsione.

Invece, Federico e Scigliuzzo devono difendersi anche dall’accusa di tentata somministrazione di medicinali guasti.

Il collegio difensivo

Sono assititi dagli avvocati Pasquale Corleto, Giuseppe Corleto e Francesco Zacà.

Due dipendenti della Comunità si sono costituiti parti civili con l’avvocato Francesco Fasano.

L’inchiesta

I fatti si sarebbero verificati tra il 2013 e settembre del 2017.

Secondo l’accusa, Federico e Villani, in concorso tra loro, avrebbero molestato un’operatrice socio sanitaria della struttura riabilitativa, con frasi denigratorie del tipo: “Ma perché non te ne vai? Tu qua vieni a passare il tempo!”. Non solo, imponendole anche turni massacranti e la restituzione di parte delle somme ottenute a titolo di retribuzione (mediamente dai 100 ai 300 euro).

La Procura ritiene inoltre che i due imputati costringessero i pazienti a vivere in condizioni igieniche precarie, comprovate dal rinvenimento di diverse macchie di feci su un coprimaterasso, su una federa di un letto, sul pavimento e sulle ante di un armadio, nonché di una macchia di sangue su un cuscino dovuta al mancato utilizzo nei lavaggi di un detergente adatto.

Inoltre, esponevano gli ospiti al rischio di somministrazione di farmaci scaduti, conservati all’interno di un armadio insieme ad altri ancora validi.

In più, imponevano un regime alimentare inconsistente, negando il consumo di carne e offrendo i medesimi generi alimentari ogni mattina a colazione (un litro di latte diluito nell’acqua da dividere tra 18 e 20 persone, tre biscotti ciascuno, pane del giorno precedente mischiato con latte e acqua); aggiungevano un posto letto superando la capienza massima della struttura (sedici posti), trascuravano di tenere sotto stretta osservazione un ospite che si provocava autolesioni rivelandosi pericoloso per sé stesso e per altri.

Invece, Scigliuzzo e Federico avrebbero cercato di somministrare agli ospiti della clinica medicinali scaduti conservati vicino ad altre confezioni ancora valide all’interno di un armadietto a cui solo i due imputati potevano accedere.

Le indagini condotte dai militari della Guardia di Finanza, presero il via dalle denunce delle persone offese, del 16 gennaio 2016 e del 16 febbraio 2016.



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