Torna a crescere anche il Sud, ma ancora al rallentatore. Secondo quanto descritto nel rapporto "Check-up Mezzogiorno" realizzato da Confindustria e da SRM – Studi e Ricerche per il Mezzogiorno, sembra che sia finalmente arrivato il momento di tornare a parlare di ripartenza anche nel meridione dopo un declino durato oltre sette anni.
Secondo le stime degli analisti, i segnali di vitalità dell’economia meridionale, visibili già nella prima parte dell’anno, fanno prevedere la possibilità di un robusto incremento (+1%) del PIL del Mezzogiorno nel 2016, anche se il valore di crescita attesa è al di sotto rispetto a quella del resto del Paese.
Un moderato ottimismo proviene anche un indicatore composito chiamato “Indice sintetico dell’economia meridionale” che fotografa ogni anno lo stato di salute economica dell’Italia meridionale e che, secondo le stime, nel 2015 dovrebbe attestarsi, per la prima volta dal 2011, su un valore positivo. Gli indicatori relativi a PIL, export e occupazione sono in crescita, quello delle imprese rimane stazionario, mentre l’indicatore degli investimenti continua sul trend negativo. Come negli anni precedenti, dunque, a condizionare le prospettive di ripresa del Sud sono proprio i pochi investimenti.
Altro dato significativo è rappresentato dalla crescita dell’occupazione al Sud: rispetto allo scorso anno, infatti, gli occupati nelle regioni meridionali sono circa 136mila in più facendo registrare un aumento (+1,1%) del tasso di occupazione che supera seppur di poco la media nazionale mentre la disoccupazione scende al 17,6%.
Clima di fiducia anche da parte dei consumatori meridionali il cui valore in punti percentuali si mantiene sui massimi livelli degli ultimi quattro anni.
«Sotto la crosta grigia delle difficoltà croniche dell’economia meridionale – dichiara il vice presidente di Confindustria, Alessandro Laterza – si intravedono i germogli, più o meno verdi e robusti, di un percorso di ripresa per il Sud. I segnali ci sono e sono incoraggianti ma oggi bisogna insistere sulla linea tracciata dal 2015. La priorità assoluta per il Mezzogiorno nel 2016 è la ripresa degli investimenti, che ancora non c’è stata ed è invece necessaria per dare il giusto senso alla decontribuzione, portare un’accelerazione sull’occupazione stabile, migliorare le condizioni di chi esporta. Occorre dare atto al governo di aver introdotto diverse novità che nel complesso peseranno positivamente: c’è il credito d’imposta per i nuovi investimenti, il superammortamento per i macchinari e il cosiddetto masterplan per il Sud, che poi altro non è che un acceleratore della spesa per i fondi strutturali europei e dei fondi nazionali per la coesione. Il 2016 – conclude Laterza – può davvero essere l'anno della ripartenza per il Mezzogiorno, l'anno in cui accelerare gli investimenti pubblici, a cominciare da quelli cofinanziati dai fondi europei 2014-20, e rilanciare quelli privati. Le imprese meridionali sono pronte».
In questo particolare momento storico, la situazione economica internazionale, con il costo del denaro al minimo, euro debole e basso prezzo dell’energia, offre ancora alcune opportunità: è il momento di approfittarne anche al Sud.
