Focus Economia Salento 2015: timida ripresa, ma serve migliorare il trasporto turistico

Presentato stamattina, in Camera di Commercio, il Focus Economia Salento 2015′ stilato dall’Università del territorio. Si notano timidi segnali di ripresa, ma ciò non basta. Al turismo, ad esempio, manca un buon servizio trasporti e logistica.

Bisogna ancora ridurre quell’enorme gap del Mezzogiorno con altre aree ben più sviluppate. Certo, i timidi segnali di ripresa registrati nel nostro paese a Luglio 2015 rappresentano un motivo in più per sperare nel miglioramento progressivo.  Come si colloca in tale scenario la provincia leccese, ce lo rivelano i principali indicatori contenuti all’interno del “Focus Economia Salento 2015”, un report statistico illustrato stamattina presso la Camera di Commercio di Lecce grazie allo studio portato avanti dall’Università del territorio. All’evento, oltre ad una delegazione di studenti della Facoltà di Economia, c’era il preside Amedeo Maizza. Con lui, anche i docenti Francesco Giaccari e Stefano de Rubertis, rispettivamente di Economia Aziendale e Geografia economica del turismo.  

Ad inaugurare la giornata di studio, il presidente dell’ente camerale, Alfredo Prete:«La Camera di Commercio di Lecce vive un momento complicato. A causa dei tagli governativi, gli imprenditori iscritti risparmieranno 30 euro sul contributo annuale. Non so alla fine quanto ne trarranno beneficio, ma ciò implicherà l’annullamento, da parte nostra, delle attività promozionali. Secondo la riforma infatti, con le sue circa 75mila aziende, noi saremmo in grado di camminare con le nostre gambe». Da qui la proposta di Prete:«Immaginiamo, invece, una Camera del Grande Salento formata dalle aree di Lecce, Brindisi e Taranto. Ogni singola peculiarità rappresenterebbe un punto di forza. È giunta l’ora di
abbandonare i provincialismi, altrimenti subiremo il peso di tali riforme. Occorrono visioni d’insieme».  

Tocca al prof. De Rubertis avviare il confronto: «Serve comprendere cosa mettere in atto nell’immediato futuro, raggiungendo così determinati obiettivi. L’UE prevede un certo tipo di PIL nell’asse temporale 2010-2030, sebbene le periferie d’Europa, tra cui il sud Italia, trovino molte difficoltà». Ed emerge subito un riferimento al Tacco d’Italia:«Il turismo ad esempio, che dovrebbe rappresentare un volano di crescita, stenta ancora a soddisfare la notevole domanda di adeguati servizi di trasporto e logistica». Dal punto di vista nazionale, la rinuncia a sole politiche di austerità ha determinato dei risultati positivi, tipo l’aumento occupazionale del 3% in Puglia. «Una via di mezzo tra manovra funzionale e gioco di prestigio che ridimensiona i contratti lavorativi. Troppo poco, però, per ridurre le disparità regionali Cambia soprattutto il concetto di tempo indeterminato, differente da quello di un tempo».

Il tessuto aziendale della provincia segnala un incremento dello 0,5% delle imprese registrate. Dato superiore a quello regionale e nazionale. Di contro, subentrano importanti perdite in termini di addetti. A guidare la classifica negativa, le attività artistiche, sportive e d’intrattenimento (-40%); dopodiché vengono ristorazione (-27%) e agricoltura (-14%, ossia meno 2.200 dipendenti). Interessante l’aumento delle esportazioni nel primo semestre 2015 con un sonoro +20%. Ciò testimonia quanto il comparto sia fondamentale. Basti pensare alla protesta avvenuta ieri in Prefettura, ad opera dei vivaisti salentini, per via del divieto di commercializzazione delle barbatelle a causa della Xylella.



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