Imprenditoria salentina. Agricoltura in crisi, ma spiccano gli under35

La Camera di Commercio di Lecce diffonde i dati dell’andamento delle imprese salentine nel 2013. Imprenditoria artigianale, comparto agricolo e artigiano. Tra cessazioni, saldi in negativo e percentuali sempre piè¹ basse, spiccano le imprese degli under 35.

Una nuova flessione  per il bilancio demografico delle imprese salentine: il 2013 si è chiuso con – 122 aziende e un tasso di crescita negativo dello  0,17%.

Le imprese nate nel corso dell’anno sono state 5.430, il valore più contenuto dal 2004 ad oggi, a fronte di 5.552 cessazioni, valore quest’ultimo che dopo una punta massima  del 2009 (6.580 cessate) si è ridotto l’anno successivo (4.940) per poi tornare a crescere, sia pure lentamente come si evince dalla tabella. Analizzando le imprese cessate in base all’anno d’iscrizione delle stesse, si osserva che il 41% , esattamente 2.252 imprese, è stato presente sul  mercato per non più di cinque anni. Spesso l’apertura di una nuova attività è una forma di autoimpiego, poiché non si trova un lavoro, dietro la quale non c’è un vero progetto imprenditoriale in grado di reggere le sfide del mercato, per cui moltissime imprese hanno un ciclo di vita  che non supera il quinquennio.

Le imprese degli under 35, però,  nel corso del 2013 hanno dato nuova linfa al tessuto imprenditoriale salentino, le iscrizioni giovanili, infatti, sono state 2.016 a fronte di 1.078 cancellazioni. Queste ultime si concentrano nel commercio che chiude il 2013 con 157 nuove attività gestite da giovani, in modo particolare nel commercio al dettaglio (124), mentre 42 nuove imprese sono riconducibili ai lavori specializzati dell’edilizia e 35 ai servizi alla persona.

L’analisi settoriale non può che essere parziale, a causa dell’elevato numero  delle imprese non classificate, cioè quelle che al 31.12.2013 non sono state  imputate ad un settore economico specifico, poiché di fatto non hanno ancora iniziato l’attività economica.  Tenendo presente  tale situazione, si evidenzia che tutti i settori economici hanno registrato saldi negativi, in particolar modo il commercio che in un anno perde 403 aziende, segue l’agricoltura  con -365 unità ( -3,72%) e le costruzioni – 318 (-2,93%) . Il manifatturiero complessivamente perde 256 imprese (-3,57%), di cui 96 riconducibili al settore moda ed esattamente 26 al tessile, 50 all’abbigliamento e 21 al calzaturiero. Le industrie alimentari registrano una perdita di 34 imprese  e il settore della fabbricazione di prodotti in metallo altre 34, il comparto dei mobili ne perde 11. Infine il settore legato ai servizi di alloggio e ristorazione  registra – 166 imprese (-3,16%).  Gli unici settori che hanno registrato saldi positivi  sono quelli dell’energia  che chiude l’anno con un saldo di 5 imprese e un tasso di crescita  del 3,38% e il settore delle attività immobiliari  che registra un saldo di  9 imprese (+0,93%), ma occorre evidenziare che il peso  di questi settori  sulla struttura imprenditoriale salentina è di appena 0,21%  (energia) e dell’1,35% per le attività immobiliari.

Analizzando l’andamento dei principali comparti economici salentini nel corso degli ultimi cinque anni, si osserva che il settore dell’agricoltura ha subìto una variazione percentuale dello stock delle imprese di oltre l’11%, le imprese agricole infatti  sono passate da 10.683 del 2009  a 9.453, con una conseguente riduzione del peso sulla struttura imprenditoriale salentina: dal 14,8% (2009) al 13,08% (2013).  Lo stesso andamento  si verifica a livello nazionale e vede tra le cause l’abbandono di aziende agricole per la loro marginalità economica e il venir meno di molti vecchi titolari. Si riduce anche il numero  delle attività manifatturiere (-8,53%)  passate da 7.642 (2009) a 6.914 (2013), di pari passo diminuisce il loro  peso percentuale, passato da 10,65% a 9,57%. Le imprese dell’edilizia, al contrario di quanto avviene a livello nazionale, “tengono”  crescendo del 3,08% nel periodo analizzato e mantenendo stabile l’incidenza sullo stock del tessuto imprenditoriale (in media 14,5%). Anche il commercio cresce del 2,87% nel periodo 2009-2013,  passando da 21.883 imprese alle attuali 22.511 mantenendo costante il peso percentuale sul totale delle attività produttive (31,16%). In generale nell’arco temporale in esame le imprese legate ai servizi alle imprese e alle persone   evidenziano un trend di crescita con punte del 33%  per i servizi della sanità e assistenza sociale.

Per quanto L’anno 2013 per le imprese artigiane è stato un anno fortemente negativo, a livello nazionale il saldo è stato di -27.893, nella provincia di Lecce l’anno si è chiuso con  – 411 imprese, il peggior risultato degli ultimi cinque anni, che ha portato lo stock delle imprese artigiane a 19.002. Le iscrizioni sono state  1.231, il valore più basso del quinquennio, mentre le cancellazioni sono state 1.642. Il settore dell’edilizia che costituisce il 39% del totale delle imprese  artigiane  ha registrato un saldo negativo  di ben 238 imprese, anche il manifatturiero, altro settore rilevante del comparto artigiano,  ha perso 131 attività produttive, di cui 52 riconducibili al tessile-abbigliamento-calzaturiero, 21 al comparto del legno, 29 all’industria di fabbricazione di  prodotti in metallo. Positivo, invece il saldo delle attività legate ai servizi alla persona (+29 imprese.)

Nel corso del 2013, il bilancio  imprenditoriale di 37 comuni, su 97 che costituiscono la provincia di Lecce, ha registrato saldi positivi. Considerando i valori assoluti dei saldi,  al primo posto troviamo Lecce con 176 nuove imprese, seguita da San Cesario (28), Cavallino (17), Aradeo (16) e Lizzanello (15). Analizzando, però i tassi di crescita, indicatore che tiene conto delle dimensioni del tessuto imprenditoriale di base, è il piccolo comune di Montesano che realizza la migliore performance con un + 6,12%, seguito da San Cesario (3,56%), Martignano (3,23%) e Diso  (3,17%). I comuni, invece, che nel corso del 2013 in cui si sono registrati saldi negativi sono Melissano e Nardò entrambi con – 26 aziende, Carpignano Salentino (-25) e Trepuzzi (-22). Considerando  i tassi di crescita,  è il comune di Carpignano Salentino che registra il peggior tasso di crescita con – 6%, seguito da Surano (4,17%) e Alliste (3,98%).



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