Lavoro, il 2016 è stato l’anno dei voucher: in provincia di Lecce incremento dell’11%

Cresce in modo esponenziale l’utilizzo dell’istituto dei voucher. Il segretario generale della Uil Lecce Giannetto chiede ‘interventi urgenti per frenare gli abusi’. Lecce si colloca al 32esimo posto della classifica nazionale.

Una crescita continua, esponenziale. Sono stati ben 6 milioni e 832mila i voucher venduti nel 2016 in Puglia, di cui 1milione e 503 mila nella provincia di Lecce. Un dato che colloca la provincai salentino al secondo posto a livello regionale, dove solo a Bari ne sono stati ‘staccati’ 2 milioni e 760mila.
  
Un vero e proprio boom, insomma, testimoniato da fatto che, rispetto al 2015, nel Salento si è registrato nell’ultimo anno un incremento dell’11,2%. La classifica nazionale è stata stilata dal Servizio Politiche del Lavoro della Uil, sulla base dei dati Inps: nel complesso, Lecce occupa la 32esima posizione. Il resto delle province salentine vede Brindisi è al 48esimo posto (con 990mila 683 voucher) e Taranto al 56^ (883.540).
 
Arriva, amaro, il commento del segretario generale della Uil di Lecce, Salvatore Giannetto. “Già nei due precedenti Rapporti – spiega – avevamo segnalato con preoccupazione che il voucher può presentare un alto rischio di abuso e distorsioni nell’applicazione reale. In Puglia, il salto è impressionante: da 2mila443 voucher del 2008 a 6,8 milioni del 2016. E la nostra provincia non sembra porre un freno a questo ‘abuso’, registrando un incremento dell’11,2 per cento rispetto allo scorso anno”.
 
Quale, dunque, il vero problema? Secondo Giannetto si tratta di ‘uno strumento di legalizzazione del precariato’. “Quel che più ci preoccupa – prosegue il Segretario – è il dato dei settori di attività in cui si utilizzano maggiormente i buoni lavoro in Puglia e nel Salento: commercio, turismo e servizi (terziario), con quasi il 50 per cento dei voucher emessi. Tutte attività piuttosto distanti da quelle rispetto alle quali è nato il lavoro accessorio: lavoro domestico, giardinaggio, attività sportive, solo per citare alcune categorie. Altro aspetto rilevante è che al grande numero di persone coinvolte, fa da contraltare un ‘fatturato’ relativamente basso (costo del lavoro) rispetto al dato generale generato da altre tipologie contrattuali”.
 
Per la Uil di Lecce, insomma, il Governo deve intervenire con urgenza : “occorre – chiosa ancora Giannetto – evitare le frodi e gli abusi, colpendo in particolare chi ‘copre’ con un voucher un rapporto di lavoro pluri-orario (per evitare le sanzioni in caso di controlli), aspetto questo emerso dalla discordanza tra il dato dei voucher venduti e quelli realmente utilizzati. E bisogna intervenire radicalmente – aggiunge – sulle aree e i settori dove la liberalizzazione dei voucher ha prodotto più danni: industria, edilizia, terziario, servizi e turismo”.
 
Il dato nazionale, poi, vede al primo posto la provincia di Milano, con circa 9 milioni di voucher. Completano il podio Torino e Roma. “I voucher – conclude Salvatore Giannetto –  sono la punta di un iceberg ben più grande. L’economia dei lavoretti viaggia con altre velocità e sta, sempre più, caratterizzando parte importante della nostra economia. È li, in particolare, che si dovrebbe porre attenzione: il vasto mondo che sta nel mezzo tra il lavoro autonomo (vero) e quello subordinato, caratterizzato da lavori senza regole, con retribuzioni unilateralmente decise dal datore di lavoro e tutele sociali quasi nulle”.