Pubblica Amministrazione, in Puglia gli enti pagano con ritardo e le imprese ne risentono

Torna a far discutere il tema dei pagamenti della Pubblica Amministrazione nei confronti delle imprese fornitrici. In Puglia i ritardi ammontano a mesi interi e per le aziende si fa sempre più dura. Ai microfoni di LecceNews24 Nicola Delle Donne e Raffaele Baldassarre.

Sta diventando un problema sempre più cronico quello dei ritardi dei pagamenti della Pubblica Amministrazione. Il mondo degli enti pubblici non paga e se lo fa, lo fa in ritardo. Le imprese, per questi motivi, arrancano e per alcune c’è persino il rischio del fallimento.
 
Chi fornisce la PA, quindi, lo fa nella consapevolezza di poter vedere reso il pagamento in forte ritardo, e per alcuni il timore è quello di non ricevere affatto il pagamento. Si stima, ad esempio, che in Puglia ci vogliano 130 giorni per il pagamento a seguito dell’emissione di una fattura: un tempo piuttosto breve rispetto alla realtà, che invece vede mesi e mesi, a volte persino anni, di ritardi.
 
A farne le spese è il mondo del mercato e, nonostante esista una legge emanata nel 2013 dal Governo Monti, il quale ha recepito una direttiva dell’Unione Europea di due anni prima, si continua ad operare come se questa non esistesse.
 
‘Quella direttiva, che porta anche la mia firma, l’abbiamo voluta fortemente – commenta l’ex deputato europeo Raffaele Baldassarre – nonostante le forti resistenze proprio del Governo italiano. Ai tempi, ricordo, si stimavano circa 90 miliardi di euro di debiti da parte della Pubblica Amministrazione: un dato che probabilmente è cresciuto negli anni, nonostante la prescrizione normativa’.
 
‘La legge parla chiaro – chiosa ancora Baldassarre, ascoltato dai microfoni di LecceNews24.it – la PA deve pagare i suoi fornitori entro 30 giorni, massimo 60 in alcuni casi, dell’emissione della fattura e se non lo fa è inadempiente. Purtroppo, invece, la realtà parla di ben altro: in Italia, e specialmente nel Mezzogiorno, i tempi diventano biblici, mettendo in ginocchio interi settori economici, non solo quello edilizio’.
 
La questione, secondo Baldassarre, è anche culturale, poiché spiega: ‘in altri paesi il menefreghismo dei certe amministrazioni viene pagato a caro prezzo al momento del voto. Qui, invece, inspiegabilmente questo non avviene. È inconcepibile continuare a dare fiducia a chi non paga i suoi debiti.’
 
A palesare tutti i malanni è anche Nicola Delle Donne, Presidente di Ance Puglia e vicepresidente di Confindustria Lecce. ‘Continuiamo a perdere utili occasioni per rilanciare l’economia e chi dice che le cose vanno bene, fa solo uno spot mal riuscito. È vero, la situazione sta lievemente migliorando, ma siamo ancora lontani da quanto prevede la norma’.
 
‘Le imprese sono in difficoltà – chiosa ancora Delle Donne – c’è poco lavoro e questo Paese continua a cadere a pezzi. La soluzione può arrivare dalle stesse PA che possono tornare a investire, ma se non vengono messe in condizione di farlo, tutto si complica. Le banche? Spesso gli istituti ostacolano il rilancio economico e in questo modo anche la liquidità che arriva dalla BCE non viene immessa nel mercato’.



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