Non sarà facile, ma provarci ne vale la pena. Riaffermare il Mezzogiorno con le sue caratteristiche e diversità all’interno della questione nazionale. Questo l’obiettivo principale che vede concorrere, al fianco di Adriana Poli Bortone, una lista civica regionale intitolata “Puglia Nazionale”. Dieci esponenti della società civile, provenienti da esperienze e professioni diverse, pronti a fornire il proprio contributo anche dopo le elezioni regionali. Tutti erano presenti stamattina, al fianco della senatrice, presso il Caffè Raphael di Lecce durante una partecipata conferenza stampa. Si tratta di Sergio Serio, urologo presso l’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce; Giuseppe Bove, imprenditore; Elisabetta Ciccardi, studentessa; Antonello Stefanelli, geometra; Pasquale Pezzuto, regista e attore; Emilio Colaci, imprenditore e presidente di un movimento giovanile legato alla destra; Paolo Venticelli, disoccupato; Luana Calogero, mamma di quattro figli; Antonio Russo, impiegato; Andrea Vozza. Presente anche Lavinia Giordano, modella e organizzatrice di eventi, in corsa nella lista della provincia di Brindisi.
Tanti i punti programmatici esposti in occasione dell’incontro, incentrati maggiormente sul rilancio dei comparti potenzialmente fruttuosi. «Lo dissi un tempo e lo ripeto, sono orgogliosa di essere meridionale», ha dichiarato Adriana Poli Bortone, che parte subito con una frecciatina pungente:«Qualche Ministro in passato disse che con la Cultura non si mangia. Devo contraddirlo. Perché parliamo di un settore che se ben organizzato rilancerebbe la nostra economia. Come? Ad esempio riprendendo in mano la nostra architettura storica, gli immobili leccesi, attraverso una fattiva rigenerazione urbana. Esistono dei fondi europei, grazie al Piano ‘Orizone 2020’, da sfruttare in favore delle nostre città».
Non mancano piccoli sassolini dalla scarpa, tolti e indirizzati al governatore pugliese uscente, Nichi Vendola:«Non dico che Vendola non abbia fatto nulla per la cultura, anzi, se lo sostenessi sarei una pazza. Però è stato solo a favore della cultura di sinistra». Insomma, l’ex sindaco di Lecce vede l’apparato culturale come un confronto tra ideologie diverse, anche politiche. E, soprattutto, strettamente collegato all’incoming turistico:«Serve che chi comunichi il Salento ai visitatori stranieri lo faccia nel migliore dei modi. Anche l’artigianato e gli antichi mestieri potrebbero determinare dei ritorni postivi in termini culturali, oltre che eventuali sbocchi professionali legati agli antichi mestieri. Del resto, il turista non viene qui solo per il bagno a mare».
Imprese, sanità, degrado ambientale, PUG. Adriana Poli è un fiume in piena. Ha in mente un serio cambiamento, partendo soprattutto da ciò che non va. O da ciò che, se rispettato nelle prospettive iniziali, forse avrebbe funzionato:«Nel 2006 venne istituito il Consiglio delle Autonomie, ovvero un punto d’incontro periodico tra presidenti provinciali e sindaci volto a discutere le scelte sul territorio. Ebbene, se fosse stato sfruttato al meglio, oggi saremmo intervenuti in tempo su temi importanti quali Tap e Xylella».