Betitaly, a Catania uno stop inatteso

Le ragazze di Mister Solombrino deludono nella sfida contro le siciliane. Brutta sconfitta che perè² non intacca minimamente le possibilità e il morale delle magliesi che sono pronte a ripartire.

“Che camurria”. Tradotto dal siciliano vuol dire che confusione. Questo è quello che è successo alla Betitaly. Le ragazze di Solombrino incocciano in una brutta sconfitta, forse troppo offuscate dai fumi dell’ Etna. La compagine di casa, invece, ha tenuto l’acceleratore premuto su ogni punto, trovando completamente impreparate le atlete salentine.

Il primo gioco parte subito con i giri elevati e le siciliane mettono alle corde le salentine: Coatti, Martino e Ruberti si dimostrano vere macchine da guerra. Le leonesse magliesi provano a tornare in gara, ma hanno gli artigli poco affilati e cedono alla distanza. Il secondo set resta più equilibrato. Vincenti e Romano tentano di fare gli straordinari, ma la sicule restano impeccabili su ogni palla. Nel terzo stesso copione e i tre punti restano alle pendici del vulcano, lasciando alla Betitaly tanto amaro in bocca.

“Abbiamo avuto un approccio sbagliato alla gara”, sintetizza così il coach magliese, Solombrino, che aggiunge: “Contro una compagine abbordabile abbiamo messo in campo poca grinta e poca lucidità. Il Catania, invece, ha giocato la gara della vita e ho fatto bene in ogni reparto. Questo schiaffone deve assolutamente servirci per capire che non bisogna mai sottovalutare le gare. Ora ci aspettano due gare interne e saranno la nostra cartina tornasole per metabolizzare questa sconfitta”.

Parole molto chiare quelle di Solombrino che vuole che quello contro il Catania resti solo uno scivolone: “Dobbiamo tornare a lavorare e a sudare. Dagli sbagli si impara sempre tanto e si trova la forza per non rovinare tutto quello che di buono si è fatto. Sono dispiaciuto solo del fatto che quella in Sicilia poteva essere una partita alla nostra portata. Qualcosa non è andato e nonostante un buon secondo set, le mie ragazze hanno forse risentito del viaggio e del campo. Non voglio trovare alibi, ma il palazzetto siciliano aveva problemi strutturali insormontabili. Andiamo avanti e ritroviamo la nostra grinta e la nostra preprazione”.

Una nota canzone diceva “Scurdammoce o passat”. E’ il tempo di tornare a ruggire per le leonesse salentine.



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