Il Nardò Calcio aspetta la risposta di Ragno. Il Ds Corallo lavora per la riconferma

Nella giornata in cui il Lecce sancisce il passaggio di proprietà nelle mani di una nuova cordata, a Nardò altra piazza importante del calcio salentino, si lavora per il prossimo campionato si Serie D.

Settimana cruciale per il futuro del Nardò. Dopo la meritata conquista della Serie D, la dirigenza è al lavoro per definire la programmazione della prossima stagione agonistica. Diverse le questioni da affrontare: prima fra tutte il problema relativo alla panchina.

Ovviamente la priorità assoluta in casa granata si chiama Nicola Ragno, il tecnico arrivato a campionato in corso e capace di trascinare la squadra al secondo posto conquistando l'accesso diretto ai playoff nazionali. Ma pare che l'allenatore molfettese, su cui hanno già messo gli occhi diverse squadre di Eccellenza e Serie D, accetterebbe di guidare il Toro solo a determinate condizioni che gli garantirebbero una squadra competitiva in grado di ben figurare e, magari, di guadagnarsi un posto nei playoff. Nella giornata odierna è previsto l'incontro tra i dirigenti granata e mister Ragno.

Nel caso in cui non dovesse essere trovato l'accordo, il direttore sportivo Andrea Corallo dovrebbe iniziare a sondare il terreno con qualche altro allenatore. Circola già qualche nome, tra cui quello di Alessandro Longo, già sulla panchina granata per due stagioni e artefice dell'ultima promozione del Nardò in Serie D. Altre ipotesi riguardano Sergio Volturo, ex di Gallipoli e Copertino con un trascorso da calciatore nelle fila granata, e Simone Greco, allenatore degli Allievi del Lecce.

Altra questione fondamentale riguarda il riassetto della struttura societaria in virtù della nuova categoria magari anche con l'ingresso in società, più volte auspicato dall'attuale dirigenza, di altre forze imprenditoriali che garantirebbero un nuovo apporto di capitali in maniera da programmare obiettivi più ambiziosi.

Infine, resta da definire il problema legato alla gestione comunale dello stadio che mal si concilia con le esigenze della società e che, nel corso di quest'anno, ha visto la dirigenza granata farsi carico di aspetti che rientrerebbero nella normale gestione dell'impianto da parte del Comune, oltre al fatto di dover chiedere la disponibilità di strutture private per svolgere il lavoro settimanale con conseguente aggravio di costi per le casse societarie.

Una volta sciolti in positivo questi nodi, la Nardò calcistica può di nuovo cominciare a sognare.
 
 



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