Lo strano caso di Paride Mazzotta. Anche a Lecce scoppia la guerra fittiani-berlusconiani

Dopo le polemiche di Maglie seguite alla candidatura di Ernesto Toma a palazzo di Città, anche a Lecce scoppia la Polemica. Il gruppo di Forza Italia a Palazzo Carafa rifiuta l’ingresso al neo coordinatore provinciale del partito Paride Mazzotta.

Non c’è pace all’interno di Forza Italia né a Roma, né a Bari e adesso anche a Lecce. La guerra è ormai di tutti contro tutti, lo scontro è senza quartiere ed il ricompattamento per le regionali sembra davvero impossibile vista la polemica trascesa ormai a livello personale.
Uno dei suoi alfieri più focosi sembra essere Paride Mazzotta, neo proclamato coordinatore provinciale di Forza Italia su decreto diretto di Silvio Berlusconi. Mazzotta è giovane, ma ha un curriculum politico da fare invidia a qualche scafato consigliere comunale o provinciale. Eletto a Palazzo Carafa nelle scorse amministrative nella lista civica Grande Lecce, pensata e orchestrata da Roberto Marti per portare acqua al mulino di Paolo Perrone, Mazzotta non ha ben legato con i fittiani ed è transitato nel Nuovo Centro Destro al momento della scissione di Angelino Alfano, salvo poi tornare indietro per chiedere di essere inserito nel gruppo politico di Forza Italia, dopo il riconoscimento berlusconiano.
 
Apriti cielo, i consiglieri iscritti al gruppo di Palazzo Carafa gli hanno sbarrato le porte e eccezion fatta per la consigliera Nunzia Brandi, vicina al dissidente Aldo Aloisi, tutti gli altri hanno firmato contro il ritorno a casa del   neonominato coordinatore provinciale di Forza Italia. Risulta, quindi, davvero stana la posizione di Mazzotta: a Roma viene eletto rappresentante di Forza Italia nel Salento, ma nel comune capoluogo il suo partito (in mano ai cosiddetti ricostruttori) gli vieta l’ingresso.
 
«Siamo al ridicolo – sbotta Mazzotta. Ho appreso di un documento firmato da consiglieri, assessori del gruppo consiliare di Forza Italia e dal Sindaco del Comune di Lecce, con il quale si rigetta la mia richiesta di adesione al gruppo consiliare. Ne prendo atto, con la consapevolezza che tutti coloro che hanno firmato quel documento si sono autoesclusi da possibili candidature alle prossime e future elezioni con il partito di Forza Italia. Tutti coloro che hanno apposto la loro firma sul suddetto documento, infatti, si prenderanno la responsabilità politica di esser andati in difformità con un atto del presidente Silvio Berlusconi, che ha riconosciuto il sottoscritto come referente dell'intera Provincia di Lecce».
 
«Siamo al paradosso – continua nella nota il coordinatore provinciale del partito forzista – il gruppo dei cosiddetti “ricostruttori” predicano tanto per avere un dialogo aperto all'interno del partito, poi si celano dietro un documento, che di fatto rifiuta il dialogo e apre le porte allo scontro. Cosa temono?  Si dichiarano sicuri di avere un forte radicamento sul territorio, per poi firmare documenti ed escludere il coordinatore provinciale del partito in consiglio comunale? O questo è un chiaro segnale di nervosismo di chi ha compreso di aver perso le posizioni di privilegio che il partito gli ha riservato fino ad oggi?».
 
Di qualche giorno fa, tra l’altro la sortita sempre di Mazzotta contro Ernesto Toma, candidatosi alla guida del Comune di Maglie. Il coordinatore provinciale però lo aveva immediatamente stoppato, ricordandogli che passano da lui le nomine dei candidati Sindaci del Salento visto il ruolo ricoperto. Insomma, dopo Lecce e Maglie chissà cosa altro potrà accadere in FI, al limite tra il disastroso e il farsesco. Sullo sfondo ci sono le elezioni regionali e intanto, Michele Emiliano gongola.  
 



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