La diatriba è vecchia quanto la Lupa di piazza S. Oronzo, ma tiene sempre banco tra i corridoi di palazzo Carafa e in città: la questione rifiuti.
Da un lato c’è l’opposizione comunale che grida allo scandalo, “Lecce è una città bella, ma sporca. Il centro è ormai una latrina a cielo aperto, le periferie e le marine non ne parliamo!” questa la denuncia di Antonio Rotundo, rappresentante del centrosinistra cittadino. A fare da sponda alle sue dichiarazioni tante segnalazioni dei leccesi che non riescono più a convivere con cassonetti spesso sporchi e straripanti, con rifiuti di ogni tipo in strada.
Ma da palazzo di Città ribattono, “è solo una questione di tempo!” afferma l’assessore all’Ambiente Andrea Guido, che difende l’operato dell’ Amministrazione, la cui attività risulta rallentata soltanto da questioni burocratiche e giudiziarie relative all’appalto sulla gestione dei rifiuti in città. “Non ci dimentichiamo che Lecce è riuscita a scongiurare la scure dell’ Ecotassa, a dimostrazione che la strada intrapresa è buona verso una corretta gestione della raccolta”.
Eppure la città capoluogo rimane sempre fanalino di coda in un Salento in cui tanti Comuni si dimostrano virtuosi nella differenziata o che, quantomeno, hanno dato il via al “porta a porta”.
A Lecce la raccolta è rimasta un esperimento a macchia di leopardo ed ora Guido è in attesa di poter dare il via alla seconda fase, “ma soltanto dopo aver compreso tutte le criticità della prova”.
“Non se ne può più, Lecce è ormai la cenerentola di tutta la provincia in termini di raccolta differenziata e aver scongiurato l’Ecotassa non significa che il senso civico dei cittadini possa essere messo da parte. Non ci si può attivare soltanto davanti al pericolo di una sanzione”. Così prosegue Antonio Rotundo.
Insomma, la battaglia è aperta e potrebbe proseguire a consumarsi in sala consiliare e tra i corridoi della politica. E i cittadini aspettano.