Grazie comunque, Fabio. Ma un addio così non lo meritava nessuno

Con 106 panchine, Liverani è il quarto tecnico con più presenze nella storia del Lecce. Proprio per questo tutti meritavano un altro finale.

liverani

Tanto burrascoso quanto immeritato (per tutti) il divorzio tra Lecce e Fabio Liverani. Il tecnico dei miracoli del terzo millennio giallorosso, cacciato ieri in malo modo dalla dirigenza salentina, va via dopo tre anni di grandi successi.

Si, perché negli almanacchi del calcio sarà il suo nome a comparire alla voce “artefice della rinascita”. Arrivato tra lo scetticismo generale poche giornate dopo l’inizio stentato del campionato 2017/18, è stata la vera scommessa vinta da Sticchi Damiani e Mauro Meluso.

Con una squadra da lui solo ritoccata, in 7 mesi riesce nell’impresa fallita da tanti suoi predecessori: togliere il Lecce dal fango dei campi della Lega Pro. Un successo fortemente voluto e bellissimo. Così come bellissimo è stato il bis concesso un anno dopo, in quella Serie B che in realtà doveva solo essere difesa e che invece è stata vinta a suon di gol, sacrificio, cuore e speranza.

Nel mezzo, poco prima di battere il Brescia nella sfida che, di fatto, avrebbe deciso la promozione in A dopo 7 anni di ingiustificata assenza, l’US Lecce e Fabio Liverani si legano ancora più forti. Alla base dell’accordo la volontà di crescere ancora insieme, anche in Massima Serie. Ma proprio la Serie A, paradossalmente, ha fatto emergere difetti, frizioni, incomprensioni. La retrocessione, seppur giunta solo all’ultima giornata, ha lasciato strascichi nell’ambiente che, però, era deciso a ripartire ancora da lui.

Il resto è storia delle ultime ore. Liverani lascia dopo 106 panchine: è il quarto allenatore con più presenze nella storia ultracentenaria del club (meglio di lui solo Alfonso, Mazzone e Plemich).

Una grande storia d’amore, sì. E proprio per questo meritava un finale diverso. Probabilmente il finale giusto, dopo la retrocessione, sarebbe stato quello di una stretta di mano e l’augurio di migliori fortune, ripartendo ognuno per la sua nuova strada. Nessuno se la sarebbe presa con lui per questo, tutt’altro.

Liverani ha voluto tirare un po’ troppo la corda, cincischiando troppo davanti ad un prolungamento d’oro e provando a flirtare ancora con qualche club di A. Un comportamento, il suo, che questa società – cresciuta con e grazie e lui – non meritava affatto.

Così come meritava di rimanere un ultimo ricordo diverso di mister Liverani nella mente dei suoi tifosi. Lasciamo perdere le critiche per l’ultima parte di campionato (il tecnico ha fatto di tutto e di più col materiale a sua disposizione) perché la storia giallorossa sarà sempre a lui grata.

Nelle parole di addio del tecnico romano, rilasciate all’Ansa, tuttavia, emergono dispiacere e sconcerto. Questa la sua nota integrale:

“Nella giornata di ieri ho appreso con profondo dispiacere e sconcerto dell’esonero deciso dalla Società nei miei confronti. Leggo della telefonata intercorsa tra me ed il Presidente nella mattinata di ieri. Ebbene quella telefonata non lasciava presagire nulla di quanto poi accaduto, nè in relazione ad i contenuti , nè per come la stessa si è conclusa . Se ci sono profili di responsabilità, per usare le stesse parole indirizzatemi per comunicarmi l’esonero da allenatore, non sono certamente riconducibili alla mia persona. Si è voluto interrompere bruscamente e immotivatamente un rapporto umano e personale – continua la nota – prima ancora che calcistico e professionale, che mi univa ad una squadra, ad una città e ad una tifoseria a cui sono molto legato. Restano per me, aldilà di inutili e sterili polemiche, i successi ottenuti sul campo per i quali ringrazio il mio staff ed i miei calciatori. Ho lavorato sempre con impegno e professionalità ed i risultati raggiunti sul campo lo testimoniano. Mi riservo quindi con grande rammarico tutelare la mia persona e la mia immagine nelle sedi opportune”.

Fabio ora può ripartire: siamo certi che davanti a lui c’è un grande futuro. Lo stesso, siamo ugualmente certi, che attenderà nuovamente il Lecce.



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