Le due anime del Salento, l’Abbazia di Cerrate riapre al pubblico

Sarà, infatti, possibile visitarla il giovedì e il venerdì dalle 10.00 alle 18.00 e saranno previsti due turni di visite guidate, uno alle ore 11.30 e l’altro alle ore 16.00.

Fu Tancredi d’Altavilla, Conte di Lecce e Re di Sicilia, a fondare, secondo una leggenda, l’Abbazia di Cerrate Casale dopo che, durante una battuta di caccia, gli apparve la Madonna mentre inseguiva una cerva che si era rifugiata in una grotta.

Situata sull’antica strada romana che da Brindisi conduceva a Lecce, l’Abbazia di Cerrate nella giornata di ieri, ha riaperto al pubblico: sarà, infatti, possibile visitarla il giovedì e il venerdì dalle 10.00 alle 18.00 e saranno previsti due turni di visite guidate, uno alle ore 11.30 e l’altro alle ore 16.00.

Raggiungere l’Abbazia significa immergersi in un’altra dimensione, una dimensione di tranquillità, di sogno persino, addentrarsi nella bellezza della natura e tra le voci di una storia che ci viene sussurrata dagli affreschi e dalle sculture, dalle colonne e dai rosoni e dagli altari. Si potranno percorrere le navate tra chiazze di sole e angoli di frescura, osservare le icone che raccontano al visitatore le storie antiche, quelle conosciute, quelle ripetute ma, poi, sempre nuove dell’Annunciazione, dei Magi e della Fuga in Egitto, storie sì lontane nel tempo ma che dal tempo non vengono scalfite, che se ne stanno immortali, raffigurate negli affreschi medievali, così vicine allo sguardo. L’Abbazia è stata scriptorium e biblioteca ma anche luogo di produzione agricola specializzato nella lavorazione delle olive. Nella storia di questa duplice funzione si cela la doppia anima di Cerrate: luogo di culto e luogo di produzione; non solo, infatti, essa costituiva uno dei più importanti centri monastici dell’Italia meridionale, ma al suo interno vennero realizzati un mulino, un pozzo e due frantoi ipogei.

Gestito, a partire dal 2012, dal FAI, l’Abbazia di Cerrate è viaggio di scoperta nel cuore del Salento, itinerario incantato tra l’anima religiosa e l’anima storica della nostra splendida terra.



In questo articolo: