Il mare ai confini della terra, la bellezza ‘bianca’ di Santa Maria di Leuca

Dove secondo la fantasia popolare si abbracciano i mari Adriatico e Jonio e dove sorge un importantissimo santuario mariano, si impone all’attenzione del viaggiatore la bellezza della bianca Leuca.

Dove finisce la terra e comincia il mare più bello d’Italia sorge Santa Maria di Leuca, bianca come le case che segnano il punto più a sud della Puglia.

Sono tante le cose da vedere nella cittadina dove, in antichità, approdò l’apostolo Pietro al termine del suo viaggio verso l’Italia. Una volta giunto a Roma avrebbe evangelizzato il cuore dell’impero realizzando il comando di Cristo e rovesciando il potere degli imperatori, ma è da Leuca, dove tutto finisce, che comincia l’opera di conversione dell’Occidente al Cristianesimo.

L’ovest è anche il punto di riferimento geografico della civiltà greca e di quella orientale. Come ebbe ad illustrare qualche anno fa in Salento lo studioso jugoslavo Predrag Matvejevic il bianco altro non sarebbe se non il colore che indica l’occidente. Da qui, il nome Leuca che starebbe ad indicare l’ovest per i greci e per gli arabi. Questo ha fatto di Leuca un punto strategico di passaggio per la conquista religiosa, economica, culturale e militare dell’Europa da parte di innumerevoli colonizzatori nel lungo corso di una storia bimillenaria.

Il Santuario

Leuca, dove secondo la fantasia popolare si abbracciano i mari Adriatico e Jonio, è anche sede di un importante santuario mariano. Il complesso dedicato alla madonna De Finibus terrae, costruito dove un tempo era stato edificato un tempio dedicato alla dea Minerva, si erge i piedi dell’alto faro costiero, il secondo più alto d’Europa. Una scala a chiocciola di 254 scalini permette di salire fin sul terrazzo circolare e da lì godere delle tante sfumature del mare.

Il pellegrinaggio a Santa Maria di Leuca risale a tempi remoti quando da tutta la Puglia i devoti si recavano in visita ai confini della terra. A pochi passi dal Santuario si trova la suggestiva scalinata, costituita da 300 scalini per rampa, che “abbraccia” la cascata monumentale. A sorvegliarla, la colonna romana che Benito Mussolini fece portare da Roma per l’inaugurazione dell’imponente opera dell’Acquedotto pugliese.

Le grotte

Leuca, marina di Castrignano del Capo, è sede di un attrezzato porto turistico, il più grande e accogliente del Salento ed è conosciuta e ricercata per la sua costa lastricata da scogliere argentate e intagliata da grotte e insenature suggestive, rifugi ideali per gli amanti della barca. C’è la Grotta del Diavolo che deve il suo nome alle antiche leggende popolari. La gente del posto attribuivano i rimbombi che si sentivano all’interno della grotta ai Diavoli. La Grotta del Soffio è ‘famosa’ perché si può ammirare l’acqua cristallina e rimanere incantati dalle sfumature di colore della roccia che cambiano a seconda dell’incidenza della luce solare. La Grotta delle Tre Porte è, invece, caratteristica perché si presenta con tre arcate naturali che si possono oltrepassare a nuoto o in barca. La Grotta del Lago, una delle poche che è raggiungibile con una breve passeggiata sugli scogli. Percorsa da correnti d’acqua dolce che creano incredibili giochi di colore, stupirà anche per il continuo cambio di temperature dell’acqua che, a seconda delle correnti, varia dal freddo al caldo.

Anche Santa Maria di Leuca ha la sua torre di avvistamento costiera. La Torre dell’Omomorto, una costruzione eretta su di un promontorio nel 1555, su progetto di Andrea Gonzaga. Si distingue per la sua forma, conica alla base, che va via via ad ampliarsi all’aumentare dell’altezza.

Insomma, nella bianca Leuca c’è tanto da vedere. E come ultima tappa del ‘viaggio’ alla scoperta della terra di confine c’è il Ciolo.

Il Ciolo, il rifugio dell’anima ai confini della terra



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