Mai come questa volta è l’attualità il campo di indagine della filastrocca in dialetto salentino di Miriam Perrone. Il Salento, sopratutto sul suo versante jonico, ha conosciuto questa settimana la furia cieca del mare e del vento, la forza distruttrice del maltempo che si è abbattuta con violenza su tante località della costa facendo scempi la cui conta è ancora in atto.
Ci sono state località, note mete turistiche, letteralmente messe in ginocchio e dovranno cominciare a darsi da fare immediatamente se vogliono farsi trovare pronte la prossima estate per continuare a conquistare il cuore dei tanti turisti che le hanno conosciute nel loro massimo splendore.
Una furia cieca quella del mare che non vede l’uomo del tutto estraneo. ‘Forse è tempo di scendere a patti con la Natura’, dice Miriam Perrone. Forse è tempo se non di temerla almeno di rispettarla dal momento che, come dice un vecchio adagio, il mare dà e il mare toglie, il mare culla e incanta e quella stessa distesa d’acqua può portare morte e distruzione. E’ tempo di rispettare la nostra natura.
Scinni ti sta torre,
lu mare nu bole chiui cu ‘ddorme…
Pontili, barche, e porti na strascinati,
comu animi dannati…
Parlane,’ncarizzane le onde,
ca Iddru nu tene chiui sponde…
C’imu fare cu lu facimu calmare?
Mi sa’ ca cu la Natura amu ‘ncignare a trattare!
Traduzione
Scendi da questa torre,
il mare non ne vuole sapere di riposare…
Ha trascinato via con sé pontili, barche e porti interi
come fossero anime dannate per l’Inferno.
Parlagli Tu, accarezzagli le onde
perché lui non riconosce più i suoi margini
Che dobbiamo fare per farlo placare, per farlo calmare?
Forse è giunto il momento di scendere a patti con la Natura!
(Foto di copertina di Federica Dell’Anna)