L’operazione, denominata Robinia, schiava nella traduzione dal bulgaro, venne condotta, nel mese di ottobre del 2014 dai militari della Compagnia dei Carabinieri di Maglie.
In una circostanza, il 40enne avrebbe condotto la bambina in una località appartata di campagna e dopo averla prima immobilizzata, l'avrebbe toccata nelle parti intime.
Intanto, come atto dovuto, dopo l'esposto presentato da una giovane coppia leccese, la Procura ha iscritto nel registro degli indagati i nominativi di due medici.
Il Senato ha inoltre ribadito quanto stabilito dalla Giunta: possono essere utilizzati quei sette messaggi intercorsi tra Marti ed il “collettore di voti”, Rosario Greco.
Nei laboratori del Ris dei Carabinieri di Roma è iniziata anche la perizia balistica per la comparazione tra le armi poste sotto sequestro e i bossoli ritrovati sul luogo del delitto.
La prossima udienza è fissata per il 23 novembre, quando è prevista la requisitoria del procuratore aggiunto Guglielmo Cataldi della Direzione Distrettuale Antimafia.
I fatti contestati dalla Procura si sarebbero verificati tra aprile e maggio del 2019, in diverse località salentine, quali Lecce, Guagnano, Casarano, Parabita, Melissano, Ugento, Martano.