Un patto di ferro tra un venditore di "street food" e un assessore del Comune di Copertino, sulle concessioni per il commercio ambulante, nonostante il "niet" del Sindaco.
Nell'ordinanza di applicazione di misure cautelari a firma del gip Cazzella, troviamo un'intercettazione (risalente al 18 aprile del 2014), tra gli indagati Giuseppe "Pino" Gallucci e Giacomo Fiorita, suo genero, a riprova della fiducia riposta dal primo (considerato il deux ex machinadell’operazione «Street food»), nell'assessore alle Attività produttive e al Commercio del Comune di Copertino, Tommaso Leo.
PINO: quello ci fa sapere le cose..zitto zitto…hai capito?…se non fosse per quello da mò che avevamo perso il posto…il sindaco…quel merda…
GIACOMO: è non lo sa che non deve giocare molto il Sindaco…sennò deve andare a farsi un'altra casa…..
PINO: Vabbè ma gli altri… nessuno… votano tutti contro… hai capito?…ogni tanto parte alla carica perché il…..è andato a prendere tutti gli assessori man mano hai capito?
GIACOMO: Il ….proprio?
PINO: si…minacce cose
GIACOMO: che deve minacciare… e non andiamo… che li apro… andiamo che sto forte… non mi fanno male neanche i piedi… sto bello…
Il riferimento è appunto all'assessore Leo. Questi non avrebbe dato esecuzione ad una sentenza del Tar che dava ragione ad un ambulante del posto, il quale si era “lamentato” di non poter esercitare liberamente la propria attività. Leo avrebbe cercato di convincere l’allora sindaco a rivedere una delibera, considerata ‘impopolare’, che minacciava di fatto il ruolo di leader nel commercio ambulante di Gallucci ed ad assumere posizioni più “miti”.
Le indagini sull'operazione "Steet Food", presero il via, proprio a seguito dell'atto intimidatorio contro l’Audi A6 dell’allora sindaco pro-tempore di Copertino, Giuseppe Rosafio raggiunta da alcuni colpi di arma da fuoco. Il nome dell’autore dell’atto intimidatorio non è mai stato scoperto con sicurezza, ma ben presto, a questo episodio è stato "accostato" il nome di Giuseppe Gallucci. L’intimidazione all’ex primo cittadino appare legata, appunto, alla sua decisione di allargare le concessioni anche ai titolari della licenza di tipo “B”. In effetti, che tra i due non scorresse buon sangue, emergerebbe anche dal contenuto di questa ed altre intercettazioni.
Giuseppe "Pino" Gallucci e Giacomo Fiorita sono assistiti dall'avvocato Mario Ciardo. Tommaso Leo è difeso dall'avvocato Alessandro Quarta.
Gallucci e Leo sono entrambi indagati, in questa tranche dell'inchiesta "Street Food" riguardante il territorio di Copertino, per abuso d'ufficio.
