A tutta velocità verso il mare e in auto una pistola col colpo in canna, in tre nei guai

I militari della Tenenza di Copertino in mattinata hanno tratto in arresto in flagranza di reato, tre ragazzi per il reato di detenzione di arma da guerra ed arma clandestina e relativo munizionamento. Al via le indagini.

Sotto il sole di aprile, questa mattina, sulla via che da Copertino si dirige verso Sant’Isidoro i militari della Tenenza di Copertino, nel corso di un servizio di controllo del territorio, hanno visto muoversi a velocità sostenuta una Lancia Y con a bordo tre ragazzi. Da qui gli uomini dell’Arma hanno deciso di procedere al fermo dell’auto. E quindi, paletta alzata ed auto con i suoi occupanti, invitata ad accostare.
 
All’interno dell’abitacolo, Giovanni Savina 19enne, Costica Brinzoi, rumeno 20enne e Gianmarco Calcagnile, 27enne, tutti e tre di Copertino. I tre sono stati immediatamente riconosciuti dai militari perché volti già noti per precedenti attività illecite, in particolare per diversi reati contro il patrimonio tra furti e rapine.
 
I tre, subito dopo l’alt, hanno iniziato a dimostrare un eccessivo nervosismo che ha portato i carabinieri ad effettuare una perquisizione personale e veicolare. In auto la scoperta: sul fondo del sedile, lato passeggero, in un doppio fondo, i carabinieri hanno trovato una pistola semiautomatica di costruzione cecoslovacca, calibro 9 parabellum, con matricola abrasa. L’arma aveva il colpo in canna ed il caricatore con 10 proiettili.
 
I tre giovani sono stati tratti in arresto per il reato di detenzione abusiva di arma da guerra -perché le armi ritrovate in auto degli arrestati sono quasi tutte rientranti in questa categoria- e arma clandestina ed alterata per via della matricola abrasa. Per i tre si sono aperte le porte del carcere di Lecce.
 
Com’è normale, alla luce della scoperta, sono partite le indagini per capire perché i giovani stessero circolando a quell’ora con l’arma in macchina. Inoltre, accertamenti tecnici, balistici e scientifici verranno effettuati dagli uomini dell’Arma sulla pistola sequestrata per verificare se sia stata impiegata per commettere altri reati.



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