Si conclude con la condanna a 4 anni e 6 mesi di reclusione il processo a carico di un 26enne del Sud Salento, accusato di abusi su una ragazza con cui, all’epoca dei fatti, aveva una relazione. La ragazza rimase anche incinta, dopo essere stata costretta a subire un rapporto sessuale.
E nella giornata di oggi, il collegio della prima sezione (presidente Fabrizio Malagnino, a latere Maddalena Torelli e Marco Marangio Mauro) ha inflitto al giovane imputato la pena di 4 anni e 6 mesi, riconoscendo le attenuanti generiche, per il reato di violenza sessuale aggravata e continuata. Non solo, poiché è stato disposto il risarcimento del danno in separata sede e una provvisionale di 30mila euro in favore della vittima che si era costituita parte civile con l’avvocato Stefania Mangiulli. I giudici hanno disposto, inoltre, l’interdizione dell’imputato dai pubblici uffici per 5 anni e quella perpetua per ciò che riguarda le istituzioni e le strutture frequentate da minori.
Al termine della requisitoria, il sostituto procuratore Maria Grazia Anastasia, aveva invocato la pena di 7 anni e 6 mesi di reclusione.
Una depositate le motivazioni dei giudici (entro i prossimi sessanta giorni), l’imputato potrà presentare ricorso in appello con l’avvocato Cosimo Casaluci, poiché secondo la difesa i rapporti erano consenzienti.
I fatti contestati si sarebbero verificati tra agosto e dicembre del 2019. Le indagini hanno preso il via dopo la denuncia della giovane ai carabinieri. Il ragazzo, secondo l’accusa, avrebbe abusato della giovane in due circostanze.
Nell’agosto del 2019, l’avrebbe violentata in una zona di campagna, nei pressi di un immobile abbandonato, quando era ancora minorenne, nonostante le urla della vittima ed il tentativo di divincolarsi. E poi, alcuni mesi dopo, nel dicembre dello stesso anno, l’avrebbe nuovamente costretta a subire rapporti sessuali (in casa della vittima). La ragazza, a seguito di questo episodio, rimaneva anche incinta. Ora si attende l’eventuale ricorso in appello della difesa.
