Aggredì i presenti, tra cui la compagna, un amico ed un poliziotto, dopo essere giunto a folle velocità sul luogo di un incidente stradale. Questa mattina, il responsabile della rocambolesca vicenda è stato condannato a 5 anni e 4 mesi.
Il gup Simona Panzera, al termine del giudizio abbreviato, ha ritenuto il 28enne D. P, residente in un paese della Provincia di Bergamo, colpevole dei reati di furto aggravato, maltrattamenti, danneggiamento, resistenza ed oltraggio a Pubblico Ufficiale. Il giudice (come richiesto dal pubblico ministero) ha riqualificato, però, il reato di tentato omicidio in lesioni personali e minacce. L’imputato è assistito dall’avvocato Vincenzo Matranga. Il poliziotto aggredito, invece, si è costituito parte civile con il legale Oronzo Carrozzini.
Secondo la Procura, le scene da film verificatasi dopo l’incidente, avvenuto il 29 maggio scorso introno alle 18 30, sarebbero state solo la punta dell’iceberg di una convivenza divenuta impossibile. D.P. è accusato di avere maltrattato, in svariate occasioni, la compagna, anche alla presenza dei figli minori, colpendola con pugni e schiaffi al volto ed al torace. Come detto però, l’episodio culminante si è verificato dopo un sinistro stradale, che ha coinvolto suo padre e il figlio della convivente. Il 28enne sarebbe giunto sul posto a tutta velocità, sbattendo contro il guard-rail e rischiando di investire i presenti. Sceso dalla macchina, sarebbe salito sull’auto del padre e dopo aver costretto la compagna a salire a bordo, l’avrebbe scaraventata dall’auto dopo una breve corsa.
Dopo aver dato adito alla sua rabbia, l’uomo è persino riuscito a sottrarre anche l’auto di un amico lì presente, andando a sbattere più volte contro il guard-raid. Non solo, poiché lo avrebbe anche colpito con una pietra.
Le volanti che si sono precipitate posto si sono trovate davanti un uomo particolarmente esagitato che si scagliava contro chiunque con pugni e morsi. D.P. a quel punto avrebbe cominciato ad aggredire anche un poliziotto, colpendolo al torace con una testata. Infine, rivolgendosi ai colleghi, avrebbe iniziato ad insultarli pesantemente. È stato così tratto in arresto e condotto presso il carcere di Borgo San Nicola. D.P. si trova al momento ai domiciliari.
