Ancora nessuna traccia di Fabio Perrone. La caccia di ‘Triglietta’ continua

A Trepuzzi non si parla d’altro se non di Fabio Perrone. Molti cittadini si interrogano su come abbia fatto il 42enne a raggiungere via Campania con l’auto rubata ad una donna durante la fuga dal ‘Vito Fazzi’. È possibile che nessuno abbia notato nulla?

Fabio Perrone, il ‘Triglietta’ così come era conosciuto nell’ambiente criminale sembra essere svanito nel nulla. Il 42enne, originario di Trepuzzi e balzato più volte agli onori della cronaca locale, ha fatto perdere le sue tracce dal giorno in cui ‘approfittando’ di una visita all’ospedale ‘Vito Fazzi’ di Lecce dove si era recato scortato da due agenti della Polizia penitenziaria per sottoporsi ad una colonscopia, per evadere.
 
Non appena gli hanno tolto le manette, l’ergastolano ha sfilato la pistola d’ordinanza dalla fondina di uno dei poliziotti ed ha iniziato a sparare, ferendo alla gamba un agente disarmato e in maniera lieve un anziano visitatore che si trovava nelle vicinanze.
 
Ha premuto il grillettocon la stessa freddezza con cui aveva ucciso per uno sguardo e qualche parola di troppo Fatmir Makovich, un 45enne di etnia rom nel bagno di un bar dove la vittima e suo figlio 16enne – rimasto gravemente ferito – stavano concludendo la serata. Contro i due l'uomo sparò 15 colpi di pistola di grosso calibro. 
 
Perrone dopo aver seminato il panico ha poi raggiunto il parcheggio, ha puntato l'arma alla testa di una donna che stava tranquillamente parcheggiando e si è fatto consegnare l'auto, una Toyota Yaris, con la quale è fuggito sfondando le sbarre all'ingresso. Auto che è stata ritrovata, qualche giorno dopo (il 10 novembre per l’esattezza) in una stradina neanche tanto periferica del suo paese di origine. La piccola utilitaria, notata dagli uomini della municipale, era chiusa a chiave e regolarmente parcheggiata in via Campania. Come se nulla fosse, probabilmente per non dare nell’occhio.
 
Da quel giorno, nel comune del Nord Salento non si parla d’altro. I cittadini non possono fare a meno di interrogarsi, di chiedersi come sia riuscito Perrone a raggiungere Trepuzzi nonostante il dispiegamento di forze scese in campo fin dai primi, concitati minuti della sua fuga, e da lì scappare forse aiutato da qualcuno con altrettanta facilità, senza che nessuno notasse nulla, come se la città in quel momento fosse deserta.
 
Il dubbio, lecito, che qualcuno abbia visto ma non parli per paura c’è. Certo, si tratta solo di supposizioni. Ma se così fosse, se la gente tenesse la bocca cucita, Trepuzzi rischierebbe di passare come un paese omertoso. E i cittadini, quelli onesti, si augurano che non sia quest’immagine a passare.   



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