“Le condizioni di salute di Gorgoni meritano attenzione”: il funzionario comunale ottiene i domiciliari

Il 62enne leccese, funzionario dell’Ufficio Patrimonio del Comune, era finito in manette nell’ambito dell’inchiesta sull'”affaire antiracket”. Il Gip Giovanni Gallo ha accolto l’istanza del legale Amilcare Tana.

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Ottiene gli arresti domiciliari, dopo oltre quattro mesi di carcere, Pasquale Gorgoni. Il 62enne leccese, funzionario dell’Ufficio Patrimonio del Comune, era finito in manette nell’ambito dell’inchiesta sull'”affaire antiracket”. Il gip Giovanni Gallo ha accolto l’istanza del legale Amilcare Tana.

Il giudice ritiene anzitutto che le condizioni di salute di Gorgoni “pur non essendo incompatibili con la restrizione in carcere, meritano certamente attenzione e necessitano di continui controlli, che potranno essere realizzati al meglio al di fuori di una struttura detentiva“.

Secondo il gip, inoltre, riguardo il pericolo d’inquinamento probatoriole indagini sono concluse e pertanto le esigenze cautelari possono essere attenuate“. Infine, quanto al pericolo di reiterazione del reato, il gip Gallo sostiene che la misura dei domiciliari “sia attualmente idonea a impedire la possibile reiterazione di condotte criminose.. considerato anche la sospensione dalle attività della Associazione Antiracket Salento e la sospensione dal servizio presso il Comune di Lecce, da parte del Gorgoni”.

L’interrogatorio

All’inizio di settembre Gorgoni ha chiesto di essere interrogato dal carcere di Borgo San Nicola, a seguito della chiusura delle indagini preliminari. Quattro ore di faccia a faccia con i pubblici ministeri Roberta Licci e Massimiliano Carducci, per chiarire la propria posizione nell’inchiesta sul presunto utilizzo indebito dei fondi pubblici destinati alla sede dell’Antiracket Salento, in cui risultano indagati amministratori, oltre che privati imprenditori ed avvocati.

Gorgoni ha dato la propria versione dei fatti sull’affidamento dei lavori di ristrutturazione dell’associazione Antiracket, da parte del Comune di Lecce, alla ditta “Saracino Costruzioni”. Ha affermato che per conto dell’amministrazione comunale ha cercato di porre rimedio ad un errore iniziale. Infatti, doveva essere il Ministero e non il Comune, a pagare la ditta e la spesa relativa a tali lavori non poteva transitare nel bilancio dell’amministrazione.

Nel corso del lungo interrogatorio, Gorgoni ha anche chiarito i rapporti con Maria Antonietta Gualtieri, Presidente dell’Associazione Antiracket Salento. Ha negato categoricamente di avere ricevuto indebitamente denaro da lei.

Gorgoni risponde delle ipotesi di reato di peculato, truffa aggravata, corruzione e falso.