Sorpresi a rubare oltre 25 quintali di cavi in rame, arrestati in sette. Denunciato anche un minore

L’arresto a opera dei Carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia di Maglie nelle campagne di Nardò. Materiale restituito agli aventi diritto.  

Alle primissime luci dell’alba della mattinata di oggi i militari del Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia di Maglie, hanno tratto in arresto in flagranza di reato: Gianni Caraccio, 21enne di Galatone; Rocco Caraccio, 38enne di Seclì già noto alle Forze dell’Ordine; Pasquale Storino, 43enne anch’egli di Seclì; Roberto Caraccio, 44enne di Galatone, già noto alle Forze di Polizia; Alì Salmè 41enne tunisino residente a Galatone; Elyoubi Badr 36enne marocchino residente a Galatone e Mohamed Rovaly, 26enne marocchino residente a Galatone, che dovranno difendersi dall’accusa di furto aggravato.

Nel corso dello stesso contesto sono stati denunciati a piede libero un minore di Seclì e E.H.Z. 32enne marocchino di Nardò, noto alle Forze dell’Ordine.

I fatti

Gli uomini dell’Arma, a seguito di un articolato controllo, condotto con l’impiego di vari equipaggi delle diverse articolazioni, li hanno sorpresi mentre erano intenti a rubare 25,5 quintali di cavi in rame rosso provenienti da un impianto fotovoltaico sito nelle campagne di Nardò.

Nel corso delle operazioni, E.H.Z., fermato insieme ai complici a bordo di un’autovettura, nonostante sia stato inseguito, è riuscito a dileguarsi nelle campagne approfittando della vegetazione alta e della nebbia mattutina. Gli accertamenti successivi da parte dei militari e il materiale rinvenuto nei mezzi ne hanno, però, consentito l’identificazione al fine del deferimento all’Autorità Giudiziaria.

Durante il controllo, gli stessi sono stati trovati in possesso di numerosi oggetti atti allo scasso, tutti sottoposti a sequestro, insieme all’autocarro e la macchina utilizzati per compiere il furto. La refurtiva, invece, è stata restituita agli aventi diritto.

Sono in corso ulteriori indagini al fine di ricostruire con esattezza l’attività della banda, che potrebbe aver messo a segno altre azioni del genere nelle province di Lecce, Brindisi e Taranto.

Gli arrestati al termine delle formalità di rito sono stati tradotti presso la casa circondariale di “Borgo San Nicola” a Lecce.



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