Associazione per delinquere, peculato e corruzione, 11 arresti a Brindisi. Tra loro anche due leccesi

Nella mattinata di oggi i Carabinieri del Comando Provinciale brindisino hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare. Tra gli arrestati amministratori comunali di Cellino San Marco, imprenditori e un funzionario comunale. Tre sono ancora ricercati.

5 ex amministratori comunali di Cellino San Marco, 4 imprenditori, 3 intermediari, un funzionario dipendente comunale ed un pregiudicato vicino alla malavita organizzata colpiti da provvedimento restrittivo e altre sette persone sottoposte ad indagini preliminari nello stesso procedimento.
 
È questo il risultato di una vasta operazione, svolta alle prime luci dell’alba nella mattinata odierna, dai Carabinieri del Comando Provinciale di Brindisi che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari, Paola Liaci del Tribunale del capoluogo pugliese su richiesta della Procura della Repubblica.
 
Per otto indagati c’è stata la richiesta di custodia in carcere per gli altri sei  quella degli arresti domiciliari.
 
Sono stati tradotti presso la casa circondariale di Brindisi Francesco Cascione, 42enne; Omero Molendini Macchitella,  58enne; Gianfranco Quarta, 58enne; Gabriele Elia, 32enne; Gianfranco Pezzuto, 38enne; Ionni Pagano, 39enne, tutti di Cellino San Marco.
 
Sono finiti ai domiciliari Antonio Cozzoli, 61enne di Brindisi; Alfredo Bruno Bruno, 58enne nato a Catania, ma residente a Calimera in provincia di Lecce; Angelo Diego Lippolis, 41enne di Noci in provincia di Bari;  Antonio Vincenzo Fasiello, 61enne di Vernole in provincia di Lecce e Giuseppe Gigante, 57enne di San Pietro Vernotico.
Tre sono tutt’ora ricercati.
 
Le accuse dalle quali dovranno difendersi sono quelle di essere responsabili a vario titolo di  associazione per delinquere, peculato, corruzione, turbata libertà degli incanti e calunnia.
 
Le misure cautelari  sono state predisposte in seguito ad una complessa indagine, denominata “Do ut des”,  svolta dai militari dal dicembre 2012 all’aprile 2014 e che ha fatto emergere il condizionamento all’interesse privato e a fini di lucro personale delle funzioni pubbliche svolte dagli ex amministratori comunali colpiti dalla misura, con l’appoggio di un funzionario comunale e di un consulente-intermediario.
 
La gestione privata della cosa pubblica era emersa inizialmente da una denuncia sporta presso la Stazione dei Carabinieri di Cellino San Marco, nei confronti del sindaco del comune (già attenzionato per aver partecipato al funerale di un mafioso), che aveva autorizzato solo verbalmente un pregiudicato del posto, vicino alla malavita organizzata, ad allacciare le
attrezzature elettriche di un chiosco di sua proprietà per la somministrazione al pubblico di bevande ed alimenti, alla rete elettrica del Comune e per aver concesso, sempre allo stesso pregiudicato e sempre senza un accordo scritto, di utilizzare durevolmente i beni del Comune destinati alla gestione di eventi pubblici (un gazebo, 140 sedie e un palco modulare).
 
Le successive indagini, svolte dall’Arma e coordinate dalla Procura della Repubblica, hanno evidenziato un fenomeno corruttivo molto esteso, realizzato regolarmente in forma associata da larga parte della Giunta comunale che chiedeva tangenti alle imprese appaltatrici dei lavori pubblici (manutenzione e realizzazione di impianti sportivi, servizi di igiene urbana, riqualificazione urbana, risparmio energetico) ed ai partecipanti ai concorsi pubblici banditi dal Comune, spingendosi fino al punto di favorire la sovrafatturazione dei lavori effettuati da parte delle imprese e alla designazione di direttori dei lavori di loro gradimento, invece che di gradimento dell’Ente pubblico.
 
Sono stati contestati 5 episodi di corruzione per l’affidamento di  lavori pubblici nei quali vi è stato un incremento illecito del valore degli appalti e un episodio di peculato; il danno subito dal Comune è valutabile all’incirca in 250mila euro.
 
L’associazione dispensava anche posti di lavoro. Già in precedenza, grazie ad altra indagine coordinata dalla Procura della Repubblica, era stato vanificato il tentativo di pilotare il concorso per il posto di comandante della Polizia Municipale a favore di un vincitore predestinato che aveva falsificato i titoli necessari per partecipare. L’indagine attuale ha evidenziato ulteriori tentativi di pilotare sia il concorso per comandante che quello per l’assunzione di due agenti di Polizia Municipale.
 
Nel corso dell’indagine i Carabinieri hanno effettuato numerosi servizi di osservazione, controllo e pedinamento e hanno intercettato, con l’autorizzazione del Giudice per le Indagini Preliminari, numerosissime conversazioni telefoniche e ambientali, acquisito ed esaminato una ricca documentazione amministrativa.
 
È emerso, inoltre, anche l’atteggiamento ostruzionistico degli indagati nei confronti dei dipendenti comunali che ostacolavano l’attività dell’associazione, spintosi fino alla minaccia di una denuncia penale calunniosa da parte dell’ex sindaco  nei confronti di un Vigile Urbano sgradito in quanto fedele alle istituzioni.
 
Le indagini proseguono in relazione ad altri numerosi episodi di reati contro la Pubblica Amministrazione il cui profilo oggettivo e soggettivo sono in corso di definizione.