A distanza di quindici anni dai fatti, arriva la sentenza di condanna per soli tre imputati coinvolti nella vicenda di bancarotta fraudolenta delle aziende del gruppo Marzo.
Il collegio della prima sezione penale, presieduto da Stefano Sernia ha inflitto 9 anni (il pm aveva chiesto la stessa pena senza le attenuanti generiche, ma con la recidiva) per il 45ennePierfrancesco Marzo, originario di Lecce, ma residente a Corigliano d'Otranto per "sottrazione, distruzione ed occultamento delle scritture contabili". Egli è stato anche condannato al risarcimento del danno nei confronti di Camposole Industria Alimentare S.p.a. in persona del curatore fallimentare; 2 anni e 6 mesi (la richiesta era di 6 anni) per Francesco Centonze, 62enne di San Pietro in Lama, limitatamente all'ipotesi del contratto stipulato con la S.T.A.T. sr.l. e Giuseppe Betulia 66enne di Catania, per il quale il pm aveva invocato 4 anni e 6 mesi ( entrambi del consiglio di amministrazione ) per "dissipazione per cessione del prodotto ittico è mancata coltivazione dell'azione giuridica nei confronti di S.PT. ACQUA".
Assolti tutti gli altri imputati, tra cui l'ex esponente del Psi ed assessore alla Sanità della Regione Puglia, Corradino Marzo (zio di Perfrancesco), 75 anni, originario di Corsano ma residente a Lecce (erano stati chiesti 6 anni dal pm); Ennio Cioffi, 80enne di Cavallino, Orazio Muratore 67enne originario di Bari (componenti del consiglio di amministrazione di Camposole e di Ittica Ugento, nonché di S.P.T. ACQUA); Domenico Margheriti 56enne di Erchie, (richiesta di 4 anni e 6 mesi), Antonio Caruso, anch'egli del consiglio di amministrazione; Elena Rizzelli 44enne di Lecce (componente del consiglio di amministrazione di Ittica Ugento, per la quale erano stati chiesti 4 anni e dieci mesi), perché il fatto non sussiste; il 52enne originario di Lecce, Giorgio Bovi, (presidente del consiglio sindacale); la 68enne di Castrovillari Francesca Cipparrone, (componente del consiglio sindacale); la 55enne di origini foggiane Viola Carmine (invocati 4 anni), per non avere commesso il fatto.
Il Pubblico Ministero Roberta Licci, nel corso della sua requisitoria tenutasi nella scorsa udienza, aveva evidenziato come nel periodo intercorso tra il 1999 ed il 2000 fossero state compiute, a vario titolo dai diversi imputati, le azioni di attrazione e falsificazione delle scritture contabili, al fine di coprire il buco milionario che portò al fallimento della società Camposole Industria Alimentare, dell'Ittica Ugento e di S.P.T. ACQUA, a partire dal dicembre 2001. Infatti i curatori ed il consulente della procedura fallimentare, costituitisi parte civile e difesi dall'avvocato Ubaldo Macrì, evidenziarono l'inattendibilità delle voci inerenti i crediti, poiché superiori a quelli risultanti dalle schede contabili intestate ai clienti.
Il collegio difensivo è composto da Massimo Benedetto, Fritz Massa, Antonella Corvaglia, Maria Cristina Brindisino, Amilcare Tana, Michele Iaia, Pio Tommaso Caputo, Rosario Almiento, Francesco Silvestre.
