Bancarotta di un’azienda di filati, commercialista originaria di Parabita condannata a 2 anni

Accolta per la maggior parte degli episodi contestati, la richiesta di assoluzione. Secondo l’accusa Alessandra Felline in qualità di legale rappresentante della Dueffe Filati srl, avrebbe commesso diversi reati di bancarotta fraudolenta e documentale.

Era accusata di vari episodi di bancarotta fraudolenta relativi ad una azienda di filati ed una  commercialista leccese è stata condannata a 2 anni, ma per un solo caso contestato.
   
La sentenza è stata emessa dai giudici della seconda sezione penale, (Presidente Roberto Tanisi a latere Silvia Saracino e Fabrizio Malagnino ) che hanno disposto per Alessandra Felline, 51enne originaria di Parabita ma residente a Lecce, la sospensione della pena. L'imputata, dopo il suddetto pronunciamento, risulta però inabilitata all'esercizio di un' impresa commerciale e incapace di esercitare pubblici uffici per 10 anni.
   
Il pubblico ministero Emilio Arnesano,  in precedenza, ha invocato la condanna a 3 anni e 6 mesi con l'accusa di bancarotta fraudolenta e documentale. Accolta, invece, per la maggior parte degli episodi contestati, la richiesta di assoluzione avanzata dal legale Luigi Covella, difensore dell'imputata.
   
Secondo l'accusa, Alessandra Felline in qualità di legale rappresentante della Dueffe Filati srl (dichiarata fallita dal Tribunale di Lecce, in data 09 /06/ 2008) avrebbe sottratto le scritture contabili della società per "nascondere" il fallimento.
   
Non solo, avrebbe "distratto" anche svariati beni tra cui 6.440 kg di filato di cotone di proprietà di un'altra azienda e ricevuti in conto lavorazione e vendita; un macchinario del valore di 170 mila euro ricevuto in locazione finanziaria. I giudici al termine del processo hanno ritenuto l'imputata colpevole soltanto di quest'ultimo episodio.
   
Ricordiamo, che nei mesi scorsi, Alessandra Felline era stata invece assolta dal reato di circonvenzione d'incapace ai danni di una trepuzzina. Secondo la Procura, l'imputata avrebbe  indotto una 62enne, invalida al 50%,  a "sborsare" una determinata somma di denaro, con la scusa della fondazione di una nuova società.
   
L'accusa è però "caduta" al termine del giudizio abbreviato. Il gup, accogliendo l'istanza dell'avvocato Covella, ha assolto l'imputata con formula piena.



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