Caso Cedis. ‘Il fatto non sussiste’, Raffaele Fitto assolto anche in appello

È stato assolto dalla seconda Sezione penale della Corte d’Appello di Bari ‘perché il fatto non sussiste’, Raffaele Fitto a conclusione del processo di appello relativo alla turbativa d’asta per la vicenda Cedis.

«Il fatto non sussiste». È con questa motivazione che la seconda sezione penale della Corte di Appello di Bari ha assolto Raffaele Fitto e anche gli altri imputati nel processo sulla vendita dei supermercati Cedis. Le accuse erano di interesse privato in una procedura straordinaria, falso materiale e ideologico. Fitto che all’epoca dei fatti contestati era presidente della Regione Puglia, in primo grado era stato assolto con formula dubitativa, ma aveva comunque impugnato la sentenza. «Ritengo doveroso rinunciare alla prescrizione per avere un giudizio compiuto nel merito», aveva dichiarato in aula. Al termine della requisitoria il Pubblico Ministero aveva chiesto per l'ex governatore pugliese il non luogo a procedere per estinzione del reato, ma Fitto aveva deciso di ottenere una sentenza nel merito.
  
Era accusato di aver favorito il costruttore salentino Brizio Montinari (anche lui assolto nel merito) che aveva acquistato la rete di supermercati dopo la dichiarazione di fallimento, tramite la nomina di commissari ritenuti a lui vicini. Supermercati "svenduti" a 8 milioni, secondo l'accusa, rispetto ad un valore stimato in 15 milioni e mezzo. Insomma, il complesso aziendale sarebbe stato venduto alla metà del suo valore reale.
 
«Per Fitto questo era un processo non risolto – ha commentato l'avvocato Francesco Paolo Sisto, difensore dell'ex ministro insieme con gli avvocati Angelica Loiacono e Luciano Ancora – e l'esito dimostra che tenersi le assoluzioni è sbagliato quando si ha motivo di ritenere che lascino qualche ombra».
  
Altri 3 imputati oggi sono stati assolti con formula piena: il professor Antonio De Feo e Giuseppe Rochira, rispettivamente presidente e componente della terna commissariale dell'amministrazione straordinaria del complesso aziendale Cedis e il consulente della procedura di vendita Stefano Montanari, erano stati condannati a due anni di reclusione.



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