Chiazza marrone nel mare di Gallipoli: la Procura apre un’inchiesta sul depuratore

Il reato ipotizzato nell’inchiesta penale è di “getto di cose pericolose”. Al vaglio della Procura la posizione di cinque funzionari di Aqp che, a stretto giro, potrebbero essere iscritti nel registro degli indagati.

Procura Generale Lecce

La Procura leccese vuole far luce su quella chiazza marrone e maleodorante che compare periodicamente nelle acque di Gallipoli.

Il procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone, assieme al sostituto procuratore Maria Vallefuoco, stanno procedendo ad una serie di accertamenti. S’intende stabilire l’eventuale nesso, tra la presenza di un depuratore di Acquedotto Pugliese in località Torre Sabea e la presenza di una massa fangosa nel mare  gallipolino.  Il reato ipotizzato nell’inchiesta penale, ancora in una fase embrionale, è di “getto di cose pericolose”. Al vaglio della Procura, la posizione di cinque funzionari di Aqp che nei giorni seguenti potrebbero essere iscritti nel registro degli indagati.

Già nelle scorse ore, gli uomini della Polizia Municipale di Gallipoli hanno depositato un’informativa sul tavolo del magistrato inquirente. Il sospetto è che gli scarichi di acque reflue del depuratore, possano “sfociare” nel mare di Torre Sabea, dove in alcuni tratti è stato anche necessario disporre il divieto di balneazione. La vicenda era stata già segnalata nell’agosto scorso da alcuni bagnanti.  il problema si era comunque manifestato anche negli anni precedenti, sopratutto in presenza del vento di tramontana.

Naturalmente, dovranno essere effettuati una serie di accurati accertamenti per capire il grado d’inquinamento delle acque ed il “percorso” degli scarichi dell’acquedotto. Infatti, Aqp esclude un collegamento diretto tra la presenza del depuratore consortile in Località Torre Sabea e la comparsa, in determinati momenti della stagione, di quella preoccupante e sgradevole chiazza di fanghiglia.



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