
Nella giornata di oggi, si è discusso il processo dinanzi ai giudici della seconda sezione collegiale ( presidente Stefano Sernia). Il pubblico ministero Francesca Miglietta ha chiesto la condanna a 1 anno di reclusione (pena sospesa) per l’architetto Francesco Martella, 63 anni di Salve, nelle vesti di Dirigente del Settore Demanio del Comune di Salve ed a 6 mesi di arresto per Alessandro Stivala, 42enne di Salve, in qualità di amministratore unico della società, “Le Cinque Vele s.r.l”.
Successivamente hanno discusso gli avvocati Rocco Vincenti e Francesco Calabro, difensori rispettivamente di Martella e Stivala, che hanno chiesto l’assoluzione per entrambi, sottolineando l’insussistenza dei reati contestati.
Entrambi gli imputati rispondono dell’ipotesi di reato di occupazione abusiva di area demaniale. Martella è accusato anche di abuso d’ufficio e falso ideologico.
Il processo è stato aggiornato al 6 giugno per repliche e sentenza.
Secondo l’accusa rappresentata dal procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone, entrambi avrebbero occupato abusivamente circa 400 mq dell’area demaniale marittima, dove venivano installati numerosi ombrelloni e lettini in assenza della vincolante autorizzazione del Capo del Compartimento.
Inoltre Martella avrebbe attestato falsamente che l’arenile prospiciente la Concessione Demaniale dello stabilimento balneare, avesse subìto un’evidente riduzione, verso il cordone dunale.
Inoltre, il dirigente comunale nel luglio del 2013, avrebbe rilasciato un’autorizzazione edilizia per nuovi lavori di ampliamento pedane e per la sistemazione del terreno da adibire a parcheggio, in assenza del parere urbanistico della Regione Puglia. Successivamente, fino al 2017, Martella avrebbe rilasciato altre autorizzazioni relative all’uso di strutture precarie per l’attività dello stabilimento, in assenza, tra le altre cose, della segnalazione certificata sulle condizioni di sicurezza e staticità. Infine, avrebbe omesso di emanare ogni doveroso provvedimento riguardante la demolizione e il ripristino dello stato dei luoghi, nonostante una sentenza del Consiglio di Stato del 2015.
Invece, il solo Stivala è accusato di interventi edilizi per la realizzazione di un’importante struttura balneare, in assenza del permesso di costruire, a partire dal gennaio del 2015.