Chiesti tre anni di carcere per uno degli aggressori del carabiniere di Melissano

Nel processo con rito abbreviato celebratosi oggi, il PM Carmen Ruggero ha formulato una richiesta di tre anni di reclusione per Pietro Bevilacqua, uno dei due aggressori del maresciallo della stazione dei Carabinieri di Melissano.

Con l'accusa di "lesioni personali gravissime" e "resistenza e violenza a pubblico ufficiale", questa mattina il Pubblico Ministero, Carmen Ruggero, dopo l'ascolto della parte civile, ha chiesto dinanzi al Gup, Simona Panzera 3 anni di reclusione per Pietro Bevilacqua.
 
Il 29enne di Melissano, difeso dall'avvocato Mario Coppola, avrebbe colpito con una testata, il 4 agosto dello scorso anno, un maresciallo della locale stazione dei carabinieri, solo perché si sarebbe rifiutato di fornirgli una copia dell'ordinanza che riguardava l'arresto del fratello, Rocco Bevilacqua.
 
A causa di questa violenta aggressione, il carabiniere rimase in prognosi riservata per 40 giorni, così come attestato dalla certificazione medica prodotta da Silvio Caroli e Vincenzo Del Prete, gli avvocati difensori dell'uomo, che si costituì parte civile (proprio la lunghezza della prognosi, indusse il Pm dell'epoca Giovanni Gagliotta, a riqualificare il reato da lesioni personali gravi a quello di gravissime).
 
Bevilacqua, però non agii da solo, ma insieme ad un 21enne di Melissano, Andrea Spennato e dopo l'aggressione, i due uomini sarebbero subito scappati dalla caserma per essere però ben presto identificati. Finirono in carcere con un’ordinanza di custodia cautelare, con le accuse di violenza e minaccia a pubblico ufficiale, oltreché lesioni aggravate ai danni del carabiniere.
 
Successivamente, vi fu il processo in abbreviato per Spennato, che fu condannato dal gup  Alessandra Ferraro a due anni e dieci mesi di reclusione. A completare il quadro familiare, ci pensò Antonio Bevilacqua, 55 anni, padre di Pietro, che secondo l’accusa, aggredì verbalmente un brigadiere nel corso di un controllo eseguito all’interno della propria abitazione, scagliandosi contro di esso.
 
La sentenza è stata rinviata al 27 aprile, quando, dopo l'arringa dell'avvocato Coppola, il gup deciderà in merito alle richieste del Pm.

di Angelo Centonze



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