“Doppio concorso” per vigili urbani di Gallipoli: acquisiti gli atti in Comune

Gli uomini della Guardia di Finanza si sono recati presso il municipio della Città Bella per acquisire l’intero carteggio su richiesta della Procura. Le indagini hanno preso il via in seguito all’esposto presentato da cinque partecipanti al concorso.

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Disposta l’acquisizione degli atti del “doppio concorso” pubblico per vigili urbani del Comune di Gallipoli. Nella mattinata di oggi gli uomini della Guardia di Finanza si sono recati presso il municipio della Città Bella nell’Ufficio Risorse Umane, dove si sono trattenuti diverse ore per sequestrare l’intero carteggio su richiesta della Procura.

Il pubblico ministero Roberta Licci, nelle settimane scorse, aveva aperto un’inchiesta per l’ipotesi di reato di abuso d’ufficio a carico d’ignoti.

Al vaglio degli inquirenti, una selezione pubblica al fine di stilare una graduatoria per l’assunzione a tempo determinato di 10 agenti di polizia municipale con determina dirigenziale del 30 Marzo 2017. Ad essa, a pochi giorni di distanza, ha fatto seguito un secondo concorso, a tempo indeterminato, del 24 aprile 2017.

Le indagini hanno preso il via in seguito all’esposto presentato da cinque partecipanti al concorso, assistiti dall’avvocato Giampiero Tramacere. Invece, altri candidati, assistiti dall’avvocato Speranza Faenza, hanno presentato ricorso al Tar. I giudici del Tribunale amministrativo, in quella sede, si esprimeranno sull’eventuale sospensione in via cautelare del concorso.

Numerose le anomalie emerse dalla denuncia. Anzitutto, il fatto che siano stati banditi due concorsi “simili”, a poca distanza di tempo, ma anche la scelta ed il numero dei test da sottoporre ai candidati. Inoltre, alcuni dei partecipanti al primo concorso, non avrebbero superato la soglia minima, mentre al secondo avrebbero conseguito il massimo del punteggio. Infine, gli accertamenti della Procura riguardano l’affidamento per la composizione della Commissione, ad una ditta del nord Italia (in passato, al centro di una inchiesta giudiziaria) per circa 7 mila euro.



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