Si conclude con la condanna a 2 anni e 6 mesi, il processo a carico dell’automobilista accusato di avere investito e ucciso un cicloturista belga.
Il gup Cinzia Vergine, al termine del giudizio abbreviato, ha ritenuto Dino De Pascalis, 37enne di Salice Salentino, colpevole del reato di omicidio stradale. In precedenza, il pm ha chiesto la condanna a 4 anni di reclusione.
Il giudice ha disposto anche il risarcimento del danno in separata sede e una provvisionale di 25mila euro per la figlia di Stefan Filip Marichal, cicloturista 57enne di origine belga che si era costituita parte civile con l’avvocato Chiara Spagnolo.
L’imputato è difeso dagli avvocati Raffaele Benfatto e David Caraccio, i quali faranno ricorso in Appello, una volta depositate le motivazioni della sentenza. De Pascalis venne arrestato e ristretto ai domiciliari, come disposto dal pm Maria Consolata Moschettini, poiché dai primi test tossicologico sarebbero emerse tracce di cocaina nel sangue. Durante l’udienza di convalida, sostenne di non essersi messo alla guida sotto effetto di cocaina.
All’esito della consulenza tossicologica è in effetti emerso che De Pascalis non aveva assunto sostanze stupefacenti al momento dell’incidente ed il gip Giovanni Gallo ne dispose la scarcerazione.
I fatti
Le lancette dell’orologio avevano da poco segnato le 13.00 di sabato 14 settembre del 2019, quando De Pascalis – al volante di una Citroen C1 di colore bianco, ha letteralmente travolto il cicloturista che chiudeva la fila di ‘escursionisti’. A fare da sfondo alla tragedia la vecchia strada che da Salice conduce a Veglie, all’incrocio con strada Spartifeudo.
Una volta scattato l’allarme, sul posto è giunta un’ambulanza del 118 che ha condotto l’uomo all’Ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, in codice rosso. Le lesioni riportate nello scontro, però, erano troppo gravi e nel giro di poco tempo la situazione è precipitata, spegnendo le speranze.
Secondo la Procura, De Pascalis procedeva a 80 km, una velocità giudicata eccessiva rispetto allo stato dei luoghi (un incrocio privo di segnaletica e con presenza di vigne che impedivano la visuale). Inoltre, l’automobilista non avrebbe concesso la precedenza al cicloturista, proveniente da destra.