Contraffazione di famose marche: tipografo condannato ad 8 mesi con il rito abbreviato

l gup ha ritenuto Antonio Baldari, 61 anni di Sannicola, colpevole del reato di contraffazione. L’uomo fu arrestato in flagranza di reato, assieme a due imprenditori, il 17 novembre scorso e poi ristretto ai domiciliari, dopo una serie di verifiche ad aziende operanti nel settore

Si conclude con la condanna ad 8 mesi di reclusione il processo, con rito ordinario, a carico di un tipografo di Sannicola. Il gup Giovanni Gallo ha ritenuto Antonio Baldari, 61 anni, colpevole del reato di contraffazione, escludendo le aggravanti e disponendo la sospensione della pena.
  
L'imputato è stato assolto dall'accusa di ricettazione, come già richiesto dal pm d'udienza Paola Guglielmi (aveva invocato una condanna ad 1 anno). Il legale di Baldari, Massimiliano Petrachi aveva invocato l'assoluzione. L'avvocato riteneva insussistente la ricettazione, perché l'imputato aveva prodotto i talloncini, ma non li aveva ricevuti da altri, ma anche la contraffazione, poiché egli non avremmo "imitato" alcun prodotto "finito".
  
Gli altri due imputati sono stati rinviati a giudizio nell'udienza scorsa, sempre per contraffazione di capi d'abbigliamento per intimo. Infatti, gli imprenditori Antonio De Giovanni, 51 anni di Corsano  e Luigi Preite  anch'egli 51enne, ma di Casarano  saranno processati a partire dal 23 giugno, dinanzi al giudice monocratico Silvia Minerva.
  
I tre imputati rispondono, a vario titolo ed in diversa misura dei reati di contraffazione, introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi e ricettazione, secondo quanto sostenuto dal pubblico ministero Maria Vallefuoco.
  
I militari della compagnia di Gallipoli e della tenenza di Casarano sorpresero nel novembre scorso, uno degli arrestati mentre scaricava dalla propria macchina una scatola contenente i capi contraffatti, che riportavano le etichette false, di famose marche, tra cui Pompea, Navigare e Sergio Tacchini. Nel corso dell’operazione sono state sequestrate due aziende (una a Taurisano e una ad Alessano) in cui si producevano calze con marchi contraffatti. Ingente il materiale sottoposto a sequestro: macchinari, etichette di due note aziende produttrici di calze,  prodotti per il confezionamento.



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