Sarebbe stato contestato duramente durante gli allenamenti e aggredito nel corso di uno di essi, per i suoi trascorsi calcistici con la maglia del Bari. Parliamo di Soulemaine Diamoutene, l'ex difensore di Lecce e Bari, il quale nelle vesti di "testimone dell'accusa" (assieme ad altre otto, persone tra cui alcuni poliziotti) è stato sentito in merito ad alcuni episodi di violenza sia verbale che fisica nei suoi confronti, dal collegio della seconda sezione penale del tribunale di Lecce, presieduto dal dr. Roberto Tanisi.
L'ex capitano del Lecce sporse una denuncia contro ignoti, in merito all'aggressione subita presso il campo di allenamento di Calimera, il 2 dicembre 2010. L'episodio fa parte del filone principale del processo che vede coinvolti oltre una trentina di ultras del Lecce accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere, per vari episodi di violenza registrati prima, durante e dopo le partite casalinghe del Lecce. Nello specifico, Diamoutene ha risposto alle domande rivoltegli dal procuratore aggiunto Ennio Cillo, dai difensori di alcuni imputati, gli avvocati Giuseppe Milli e Francesco Calabro, e dallo stesso presidente Tanisi, ricostruendo la vicenda.
Egli ha ribadito, quanto già affermato in una precedente querela, riguardo all'episodio avvenuto durante l'allenamento del Lecce, nella stagione calcistica 2010/ 2011; il difensore maliano racconta che ad un certo punto della seduta, fu accerchiato da una decina di ultras, uno dei quali gli intimò, mettendogli le mani addosso, di togliersi la maglia, considerando i suoi trascorsi calcistici con il Bari (egli, già all'epoca della querela, sentito dagli inquirenti disse che ad aggredirlo era stato un ragazzo magro sui 20-25 anni con una felpa).
Inoltre egli riferisce di come lo stesso gruppo di "pseudo-tifosi", si avvicinò al mister dell'epoca Gigi De Canio (che verrà ascoltato come teste della difesa) dicendogli chiaramente di non fare giocare più Diamoutene nelle gare "ufficiali" del Lecce, altrimenti "faremo casino".
Sempre, l'ex calciatore del Lecce racconta che, durante gli allenamenti precedenti, un gruppo di una cinquantina di Ultras Lecce gridò sugli spalti del campo di allenamento di Calimera "Sporco barese".
Diamoutene ha poi rimarcato che al di là dei singoli episodi, egli sia stato danneggiato come calciatore, poiché effettivamente nel proseguo del campionato disputò pochissime gare e fu messo "fuori rosa", nonostante in precedenza giocasse con continuità. Egli ritiene, perciò che nonostante alcune giustificazioni da parte della società o del mister, di "scelte tecniche", egli abbia subito le conseguenze dell'episodio poiché esso avrebbe condizionato le loro scelte.
