Documentazione falsa per ottenere il permesso di soggiorno. A giudizio 14 cittadini cinesi

I fatti accaduti tra il 2010 e il 2011. Venivano aperti contratti di lavoro al momento della richiesta del permesso e chiusi quando lo si otteneva. La prima udienza del processo il prossimo 22 giugno.

Nei giorni scorsi, gli agenti della Divisione Immigrazione della Questura di Lecce hanno notificato il decreto che dispone il giudizio a carico di quattordici cittadini di origine cinese, ritenuti responsabili dal Giudice per le Indagini Preliminari  del Tribunale di Lecce, Michele Toriello, di avere, in concorso tra loro, utilizzato documentazione falsa allegandola alle richieste per il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo (carta di soggiorno).

L’indagine ha preso il via da una informativa di reato della Divisione Immigrazione della Questura di Lecce del 18 gennaio 2012 per fatti accaduti tra l’inizio del 2010 e la fine del 2011.

In particolare in tale periodo si è notato un notevole incremento della presentazione di istanze di rilascio o rinnovo di permesso o carta di soggiorno da parte di cittadini di origine cinese, trasferiti da poco a Lecce.
A seguito delle verifiche effettuate si è riscontrato che a seguito dell’ottenimento del documento di soggiorno molti beneficiari hanno trasferito la propria residenza nelle provincie italiane da cui provenivano, o cessato il rapporto di lavoro, condotte entrambi strumentali all’accoglimento favorevole della pratica di natura amministrativa.

L’attività di accertamento, svolta in sinergia con l’Ispettorato del Lavoro, ha permesso di chiarire quanto poi riportato nel decreto che dispone il giudizio la cui prima udienza è fissata per il prossimo 22 giugno.

“Le attività di verifica e monitoraggio su ogni richiesta presentata presso gli Uffici della Divisione Immigrazione viene continuamente effettuata al fine del riscontro dei requisiti per il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno o di altri titoli che spettano agli stranieri”, ha spiegato il Dirigente della Divisione Immigrazione della Questura di Lecce, Rocco Carrozzo.
 

“I cittadini di origine cinese che sono stati rinviati a giudizio utilizzavano contratti di lavoro subordinato in ambito commerciale, che aprivano al momento di richiedere il permesso di soggiorno, per poi chiuderli una volta ottenutolo. L’inchiesta ha preso il via sotto il coordinamento dell’attuale Procuratore Capo di Crotone, Giuseppe Capoccia.  Al fine di evitare quanto accaduto negli anni precedenti e di porre un freno a questa pratica siamo sempre impegnati nel dare vita a una fitta attività di monitoraggio. Delle 14 persone rinviate a giudizio sono due o tre risiedono ancora nella provincia di Lecce, le altre vivono in quelle di Prato o Firenze”.



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