Processo “Froth”: due imputate assolte dall’accusa di associazione a delinquere

I giudici della seconda sezione collegiale , hanno ritenuto non colpevoli, Manuela Quarta, 26 anni e Antonella Bursomanno, 45enne entrambe di Lecce. Sono difese rispettivamente dagli avvocati Francesca Conte e Piero Romano

Tribunale penale Lecce

Arrivano due assoluzioni con formula piena, al termine del processo con rito ordinario “Froth”.
I giudici della seconda sezione collegiale , hanno ritenuto non colpevoli, Manuela Quarta, 26 anni e Antonella Bursomanno, 45enne entrambe di Lecce. Sono difese rispettivamente dagli avvocati Francesca Conte e Piero Romano.
Anche il procuratore aggiunto Guglielmo Cataldi, ha invocato l’assoluzione per entrambe le imputate.

La Quarta è la compagna di Davide Vadacca, ma come ha dimostrato l’avvocato Conte, risultava comunque estranea alle accuse contestategli.
La Bursomanno, parente di Cinzia Prinari ed abitava nella sua stessa palazzina. Dalle indagini sarebbero emerse alcune telefonate tra queste due, intercettate dagli inquirenti, che facevano riferimento al suo ruolo all’interno dell’organizzazione. La Bursomanno, sarebbe stata la “depositaria” di tutta la droga, che veniva successivamente spacciata dai sodali. Venne eseguita anche un’ispezione presso la sua abitazione alla 167, ma non sarebbero state trovate tracce dello stupefacente. La Bursomanno e la Quarta vennero entrambe scarcerate, dopo il blitz “Froth”.
Entrambe rispondevano di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti.
In una precdente udienza, è stato ascoltato il “pentito” Gioele Greco che ha risposto ad una serie di domande sui vari affiliati dell’organizzazione.

Le indagini iniziarono nel maggio del 2012 e permisero di scoprire una grossa organizzazione criminale specializzata nello spaccio di ingenti quantitativi di eroina e cocaina, nella quale un ruolo importante era rivestito dalle donne. A questo filone investigativo, andò ad aggiungersi quello dell’operazione “Reset” che portò all’arresto di Davide Vadacca, Salvatore Notarnicola, Alessio Bellanova e Luca D’Attis, accusati di aver favorito la latitanza del boss Roberto Nisi.

Gioele Greco era considerato a capo di un altro gruppo specializzato nello spaccio di droga, dopo l’arresto di Nisi. Greco fu fermato nel mese di marzo del 2013 con una lettera indirizzata a Nisi. Quella missiva (era un espediente per non essere intercettato) permise in realtà agli inquirenti di mettere a punto il blitz ” Reset”.

Per i 16 imputati coinvolti nella grossa operazione antidroga denominata Froth (la “schiuma buona” di birre e cappuccini, di cui gli imputati parlavano in codice, riferendosi a cocaina ed eroina), con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso, finalizzata alla detenzione e al traffico di sostanze stupefacenti, c’è già stata la sentenza di primo grado con rito abbreviato e il processo di Appello .



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