Furti al Bar Raphael: condannati 4 dipendenti

Il GOT ha condannato Luigi Pascale, Guido Pasimena, Maria Luciana Barcau e Manuel Margiotta a 1 anno di reclusione, pena sospesa. Assolto Mario Ligorio. Erano accusati di avere sottratto merce dal magazzino e contante dalla cassa dallo storico Bar Raphael di Lecce.

Erano accusati di aver compiuto una serie di furti all'interno del bar Raphael, in un arco di tempo di 7 anni e nella tarda mattinata di oggi è arrivata la sentenza di colpevolezza per 4 persone. Il GOT Sergio Rizzo  ha condannato Luigi Pascale 65enne di Vernole; Guido Pasimena, 32enne di San Pietro Vernotico, Maria Luciana Barcau, 46enne di origini rumene, ma residente a Lecce e Manuel Margiotta, 39 enne di Latina, ad 1 anno di reclusione, pena sospesa, per "furto aggravato e continuato dal vincolo di lavoro", oltre al pagamento di una multa di 200 euro.

Per gli imputati è stato disposto anche la corresponsione di un risarcimento di 2.000 euro ciascuno. Assolto, Mario Ligorio 43 enne di Grottaglie. Il Pm Donatina Buffelli aveva chiesto 2 anni e 6 mesi, con l'accusa di furto e varie circostanze aggravanti, come avere commesso il reato in concorso e attraverso mezzi fraudolenti e con "abuso del rapporto di prestazione d'opera". Gli imputati, tutti dipendenti dello storico "Bar Raphael Caffè" di Lecce, erano, infatti accusati, in diversa misura, di avere sottratto merce dal magazzino (champagne, liquori, caffè,) e contante dalla cassa, ma anche parte di somme di denaro versate dai clienti, per poi dividersi il maltolto.  I furti sarebbero, secondo l'accusa, avvenuti quotidianamente durante i turni dei dipendenti (la sottrazione giornaliera è stata quantifica in 94 euro per la merce rubata, e in 98 euro riguardo il denaro) e si sarebbero susseguiti costantemente dal 2003 e fino al 2010. Inoltre, secondo l'accusa, vi era da considerare l'aggravante di avere utilizzato dei "mezzi fraudolenti" ( non emettere scontrino per determinate consumazioni, nascondere della merce nel cofano della macchina o nell'appartamento di uno di loro).

Le indagini presero avvio dalla denuncia presentata da un dipendente del Raphael, il 44enne Massimiliano Zito il quale ha testimoniato anche oggi in aula, sottolineando di essersi pentito, soltanto per avere accusato ingiustamente Ligorio; Zito confessò questo sistema truffaldino all'amministratore unico della società Domenico Renna (difensore Benedetto Scippa), un giorno in cui, quest'ultimo lo accompagnava a casa a fine giornata. Il 44enne oltre ad accusare se stesso, fece il nome di tutte le altre persone, che in concorso tra loro avrebbero derubato Renna nel corso degli anni. Zito ha già patteggiato separatamente la pena).

Il collegio difensivo era composto dagli avvocati Giancarlo dei Lazzaretti, Ester Nemola e Federico Mazzarella de Pascalis, Andrea Mangione, Mauro Toma e Domenica De Simone. I legali dei cinque imputati chiedevano l'assoluzione,poiché secondo loro non era da ritenere attendibile la deposizione di Zito. Inoltre sostenevano che Renna, titolare del bar Raphael, non avrebbe mai fatto una verifica della chiusura di cassa, da cui sarebbero emersi giornalmente gli ammanchi. 



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